Now-to – 5 siti con immagini per i vostri social network

immagini free social media torinoRegola n.1. Contenuto di qualità (ne riparleremo nei prossimi post, tranquilli ;-)). Regola n.2 immagini belle, accattivanti, coerenti. E possibilmente libere da copyright o diritti. Non vorrete imitare il clamoroso errore fatto da Fratelli d’Italia con la foto di Oliviero Toscani nel “caso no adozioni gay” (I ragazzi l’hanno usata perché non aveva il copyright indicato e pertanto considerata di pubblico dominio) vero?

Bene, allora questo post fa per voi.

Morto un Fotopedia se ne fa un altro. Anzi 5: per voi un elenco breve, indolore e dritto ai centri nevralgici dei vostri canali social.

– Getty Images: ha l’apposita opzione RF Royalty-Free ed è facile da navigare.

flickr immagini free social media torino– Flickr: questo database contiene moltissime belle foto ma dovete usare il tasto “richiedi licenza” per poterle riutilizzare. Esistono informazioni sulla licenza (vedi immagine a sinistra) che vi consentono di velocizzare il procedimento ricercando immagini in CC modificabili o utilizzabili a scopo commerciale.

– Google Advanced Image Search: per me il migliore quanto a varietà delle fonti (naturalmente grazie al vastissimo database Google). Tuttavia, non date per scontata la possibilità di utilizzare effettivamente come vi pare quella data foto: è buona prassi verificare sempre la fonte 😉

– Commons Wikimedia: un database con milioni di immagini. Ovvio, essendo i file caricati su Commons devono rispettare alcune regole che potete leggere qui.

– Deposit Photos: come vedete già in hp si tratta di immagini royalty-free. Il sito funziona con un meccanismo di crediti, una sorta di “moneta” con la quale potrete acquistare poi le immagini.

Sondaggiamo: quello che pensi a me importa :-)

I want you torino social mediaSono in vacanza in Sicilia come sapete (date un’occhiata a Facebook ;-)) e stavo pensando agli argomenti per i prossimi post.

Poi ho realizzato: perché non farli decidere a voi che mi leggete?

Quindi ecco il domandone, rullo di tamburi…

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Anche i nerd nel loro piccolo si incazzano

torino blog comicoNormalmente impegnati a trastullarci con tweet embeddabili e notizie di Google Glasses al Museo Egizio, talvolta accade che noi geek/nerd/smanettoni/qualsivoglia un po’ ci incazziamo.
Eh ma non una leggera flebile parolaccia. Parlo proprio di quei momenti in cui ti acchiappa una sana e consapevole voglia di rompere vetrine con armi medievali, bestemmiare come un marinaio francese ubriaco con un braccio rotto e colmare la restante iperattività con cibo e alcolici.
Ecco, uno di questi momenti è capitato proprio oggi.
Così ho fatto un elenco di cose che sento il bisogno di fare quando il Mondo rema contro:

– Lui. Sì, io che normalmente mi vanto della mia indipendenza e decanto il carattere forte ereditato da mia mamma. Io che giro la notte con le mie amiche da sola, non chiedo mai il permesso, vado a cena con i miei amici maschi. Quando ho voglia di azzannare qualcuno, solo Lui riesce a spuntare il canino, con le sue filosoferie, i complimenti, i nomignoli scemi, i massaggi ai piedi. Tranquilli, il peggio deve ancora venire. Leggete gli altri punti 😉

– La musica. Sì ma non quella rock seria, e neanche la metallo. Non i Beatles, gli Oasis o i Subsonica. No, io provo un’irrefrenabile attrazione per quel Soundcloud che custodisce gelosamente il più recondito dei segreti: il reggaeton. Sì lo so non è serio, ma posso dire una cosa? #chissenefotte. Quando sta per partirmi il crOstA voglio Daddy Yankee, e poi voglio Carlos Baute e poi voglio Danza Kuduro. E finito il reggaeton, rapida virata verso la musica leggera italiana: Venditti, Laura Pausini. In alcune fasi, quelle più acute, si arriva a Massimo Ranieri, possibilmente nella variante E adesso andate via, voglio restare sola cantata a squarciagola. #sensacugnisiun

– Conseguente alla felice parentesi delle canzoni strappalacrime c’è solo una cosa. Quella cosa che ogni donna fa quando i clienti sono imbecilli (non è che sembrano, SONO ed è cosa ben peggiore), il pc non funziona, il cellulare si blocca, il pane non lievita perché hai messo troppa acqua e adesso sembra un soufflé informe molliccio. SHOPPING. Scarpe, ombretti, smalti Kiko, collant colorati. E poi libri. Libri come se non ci fosse un domani (e una libreria piena). Ma quali? Salta alla casella successiva!

– Ora voi vi direte vabeh questa si compra i tomazzi sulla vita di Steve Jobs o i saggi di Travaglio. Faccio coming-out: no niente del genere. Io quando sono arrabbiata desidero estraniarmi, abbrutirmi, attaccarmi alle pagine e divorarle una dopo l’altra come dolci: per questo compro LIBRI ROMANTICONI. Storie leggere, non alla Harmony ma nelle quali il profumo di lieto fine si sente dalla prima pagina, la dose di struggimenti di entrambi i sessi è da iperglicemia, e il finale culmina in un climax di matrimoni e figli. Possibilmente tre, biondi e scorrazzanti nella casa dei sogni.

– Al termine di una serata con un’incazzatura mica da ridere, la cosa di cui non potrei fare a meno è scrivere. E siccome Lui dice che quando sono ingrugnita zappo sulla tastiera e vuoi mai che il mio amato computer soffra… ORORE ORORE… scrivo su carta. Io, che i pensieri li snocciolo su questo blog, ho 25 agende sul Drive e 3700 file condivisi sul Dropbox. Io che tzè guarda quello col taccuino. Sì io oggi mi alzo in piedi e con coraggio dico al Mondo: vostr’onore QUESTO POST L’HO SCRITTO SU UN FOGLIO DI CARTA DELLA STAMPANTE.

Galateo della scrittura sui social network, caso #4 – Requiem per la grammatica

urlo munch torinoCari amici, benvenuti alla messa di addio solenne per la grammatica italiana.
Lasciate ogni congiuntivo voi che entrate. Dimenticate la punteggiatura. Rinnegate tutto ciò che finora avevate conosciuto e abbracciate la nuova fede: la comunicazione web.

Ciao!! Come stai?? Io bene!!
Senti amico della punteggiatura arzilla!! Posso chiederti una cosa?? Perché lo fai?? No perché anche se non metti due esclamazioni ogni volta va bene uguale eh, non mi offendo. Punto.

Non ti so dire dire bene bene ti avviso.
Certo certo, tranquillo tranquillo. Maledetto t9 maledetto t9, che si permette di aggiungere parole a tradimento mentre scrivo.

Caio, come stai?
Io bene, Sempronio è al lavoro guarda.
E veniamo così allo Strano Caso del Caio. Ecco, io nella prossima vita voglio proprio conoscere l’omino che, quando hanno messo a punto il t9, si è divertito come un matto a inserire come prima opzione parole che nessuno usa. Nessuno.
Vuoi partire con un semplice ti? Ti parte yiddish (??). Il tuo era un timido ciao? Voilà col Caio. E poi la perla, per educare noi volgari esseri inferiori: mera quando volevi risolvere una
questione con la sana imprecazione merda.
Apriti cielo poi quando tenti di scrivere parole degne del Manzoni, tipo numerabile. Lì accadono cose che voi umani non potete immaginare.

Questo faldone è minerale?
Certo signorina, di solito si beve col caffè delle 11.

Mamma vado a prendere il gabinetto poi vado a scuola.
Noooo la diarrea noooo.

Ciliegina sulla torta a Chrysler, che evidentemente deve aver sborsato un pò di soldi per comparire ogni volta che sbagli a scrivere che.

Poi ci sono loro, il girone peggiore.
Quando li incontri una musica tetra bussa alle tue orecchie e strani gatti neri incrociano il 56 mentre vai all’università.
La loro condanna consiste nello spiegare tutte le parole del vocabolario con almeno 5 frasi di senso compiuto. In un giorno. Su un piede solo.
Solo quelli che comunicano con le emoticons.

Ciao, come stai?
E ti fa l’emoticon dell’ok.
Anch’io tutto bene, sommersa di lavoro. Che hai fatto venerdì?
E lui sfodera il disegnino del bicchiere da cocktail.

Gentile amico, io non dico niente. No davvero, ti voglio benissimo lo stesso e mi spiace anche, perché magari hai perso l’uso della parola o hai le dita ingessate.
Ma una cosa la penso. Penso che qualcuno, là fuori da qualche parte, in ciabatte o dentro un garage sfigato, sta inventando l’emoticon a forma di dito medio.
Quel giorno, caro amico, sentirai il mio ghigno malefico tuonare tre metri sopra le tue orecchie.

Chi seguire su Google Plus a Torino

torino socialmedia g+ google plusSu diciamocelo. Quelli che si sono iscritti su Google Plus un pochino l’hanno fatto perché si sentivano stufi di Facebook. Dai, ammettiamolo. Uscite allo scoperto con me.
Certo, ha questi URL inguardabili pieni di numeri, ma vuoi mettere il meccanismo a cerchie, che mi evita di postare foto imbarazzanti visibili al mio capo? Vuoi mettere l’assenza del “rumore” costante, che mi evita news su gatti in adozione, check-in alla Bettola Del Bunet, foto di bambini sbrodolati? A peggiorare le cose in sfavore di Facebook poi ci si è messo quell’orore della nuova visualizzazione notifiche per le Fan Pages.
Insomma, i Plussiani sotto sotto hanno l’anima contro corente, e curiosano facendosi largo a colpi di machete negli anfratti meno battuti del social media mondo. Sfortunatamente i Plussiani sono anche quelli che trovano poche informazioni su questo social network, perché la maggior parte degli amici è iscritta solo al Faccialibro. Ma questa è un’altra storia.

E poi naturalmente c’è da seguire Social Media Torino 🙂 Specie se volete scoprire qualche curiosità su chi ci scrive…

C’è anche Torino alla Social Media Week 2013

social media week blog

È cominciata ieri a Milano la nuova edizione della Social Media Week targata Italia, e noi non potevamo mancare.

Eccovi serviti i torinesi che esporteranno un pò di sana e robusta nerdezza sabauda. Li conoscete? Li followate?

La rassegna si chiude venerdì 22, con “Social Media: 5 trend per il 2013”, che vedrà protagonisti, tra gli altri, Adele Savarese di Ninja Marketing,  Alex Giordano di Ninja Marketing e Viral Beat, e Gaia Berruto di Wired. Modera Gianluca Neri di Macchianera.

Per seguire passo passo l’evento, oltre a Twitter vi consiglio Pinterest: Sebastian aka Beaver ha pubblicato un’interessante infografica.

A Settembre 2013 sono previsti altri appuntamenti legati alle Social Media Week nel Mondo: speriamo che Torino, come lo scorso anno, torni protagonista. Sarà che sò de parte, ma vedo intorno a me tante realtà che devono ancora essere raccontate. Nel frattempo, seguite gli aggiornamenti nostrani sulla pagina Facebook della SMW Torino.

Anche a Torino la Jelly Week 2013

jelly weekChe poi uno legge per caso di questo evento, senza averne mai sentito parlare prima, e pensa ommipouradona l’ennesima ammmeriganata culinaria auanagana my friend magnate sta jelly. Già ci si immagina Gordon Ramsay come Capitan Uncino nella canzone di Edoardo Bennato, a sbraitare Gelatine ammosciate che non siete altro, muovetevi!
E invece no.

Invece è una cosa molto seria e interessante, che riguarda il lavoro o meglio la collaborazione a scopo lavorativo. Si chiama Jelly Week 2013 (la Settimana della Gelatina), è cominciata il 14 Gennaio ma prosegue fino a domenica 20, si tiene in tutta Italia e nel Mondo.
In sostanza è una settimana di lavoro fianco a fianco con altri liberi professionisti, creativi, startuppers, innovatori, appassionati di tecnologie, nei centri di coworking di tutto il Paese. Un’utile occasione per divertirsi, avvicinare idee e ottenere informazioni, il tutto ben mescolato come i giusti ingredienti nel piatto più squisito. Qualche esempio pratico? Si va dalla partita a scacchi condivisa su Google+ al servizio di commercialista on demand.

Per partecipare bastano un portatile, qualche domanda da fare e tanta voglia di mettersi alla prova.
Ecco dove andare e cosa fare:

Ah, se ve lo stavate chiedendo sì, si magna anche qualcosa. Su Facebook, Toolbox ha promosso un breakfast, con tanto di possibili misteriose “sorprese jellose”.
Perché a pancia piena le idee crescono meglio. Ma non ditelo a Gordon Ramsay…