Torino e i suoi no

noesNon c’è niente come la capacità di Torino di schiaffeggiarti con i suoi no.
Vuoi il sole? No. Vuoi grandi eventi? No. Vuoi meno smog? No.
A Torino ci si abitua agli scioperi dei bus due volte al mese, a parcheggiare lontano chilometri il sabato sera. Insomma ai no, quelli a parole e soprattutto quelli dei fatti, nella quotidianità.
I rifiuti e le porte in faccia sono diventati materiale da aneddoto, specialmente per la mia generazione di mancati fenomeni. È una delle cose che non amo della mia città, e del mio Paese in generale.

Alla fine, nonostante tutto, si rinasce. Con un sinuoso gesto delle braccia generiamo iniziale confusione, poi – indietreggiando di qualche passo – vediamo la realtà per quella che è. E i movimenti convulsi hanno lasciato spazio ad una magnifica brillante alba.

Review app: ho provato Audible di Amazon

audibleLeggere o non leggere, è sempre questione di tempo a disposizione, di voglia, di momenti e spazi adatti alla concentrazione. Per facilitare chi ama-leggere-ma, Amazon ha introdotto l’app Audible.

Vale la spesa di 9.99 € mensili (dopo il primo mese di prova gratuito)? È davvero piacevole come promesso nei vari spot visti in tv?

Ecco la mia recensione 😉

Pro

  • Agile e maneggevole: si risparmia spazio rispetto al cartaceo ed è sempre con noi perché l’app si scarica su smartphone.
  • Conveniente per il portafogli: con soli 10 € (ah, il caro vecchio prezzo psicologico ,99 che non passa mai di moda…) avrete accesso a una grande quantità di libri, che in altro formato sarebbero più costosi. Tenendo una media di 2 libri letti al mese potete rientrare dell'”investimento”.

Contro

  • Dispersivo: se, come me, avete scelto di leggere non solo narrativa ma anche saggi densi quali “Il facilitatore” di Sergio Rizzo, vi ritroverete a dovervi concentrare ancor più che con il cartaceo per evitare di perdere il filo. A quel punto, viene meno la possibilità di fare altro mentre ascoltiamo l’audiolibro.
  • Leggere senza leggere: dalla carta al digitale, dal digitale al… non leggere? Nel passaggio da parole scritte a parole ascoltate i puristi potrebbero (a ragione) sentirsi smarriti.

Come sta andando la vostra esperienza con Audible? Avete consigli da condividere? Raccontatevi qui nei commenti o su Facebook.

Di poche parole.

Dicono che chi non sa insegna, mentre chi sa fa. Non ho risposte precise a chi mi chiede (giustamente) il motivo della lunga assenza da questo blog, salvo una: ho fatto molto.

È stato strano non ritrovare come al solito lì, ad attendere, l’istinto di verbalizzare quel che mi succedeva. Proprio io, la ragazzina con la Moleskine. Quella che legge persino mentre cammina, e già che c’è ci scrive anche due tre appunti. Si è mai troppo felici o completi per avere qualcosa di davvero interessante da documentare?

Certo, è rimasta tutta una questione di parole. Ho pensato, poi ho riflettuto, poi ho cancellato questi verbi e li ho sostituiti con l’azione. Ho fatto nuove esperienze, in Giappone e a Cuba, scoprendo nuovi significati per estetica e crisi. Mentre in Oriente trovavo il mio hygge, in Occidente c’era un nuovo lavoro ad attendermi.

E poi lei: sono diventata mamma, ed è venuto fuori che connessione è molto più della sua accezione digitale. Guardo Torino con occhi nuovi e mi faccio domande che pochi mesi fa non avrei potuto immaginare. Il bagno di quel locale avrà il fasciatoio? Quel piccolo bar sarà confortevole per i milk stop? 😉

Dicono che chi sa, fa. Spero, nei prossimi mesi, di continuare a fare molto per me stessa e per la mia piccola famiglia. Saluto il 2016 che mi ha dato tanto e chiedo al 2017 di portarmi altre nuove entusiasmanti parole, da condividere con voi.

Buoni propositi: 9 libri che vale la pena leggere nel 2016

La domanda Quanti libri hai letto quest’anno? è un po’ come Cosa farai a Capodanno? chiesto il 2 di Settembre: sgradita al limite del chissenefrega.
Comunque, se siete indecisi per il 2016, ecco qualche personalissimo consiglio: siete liberi di integrare o cassare, fatemi sapere quali libri vi sono piaciuti 😉

Narrativa

Vita di Pi di Yann Martel – C’è questo libro indiano ma così indiano che ti accoglie in un mondo fatto di mille colori e profumi, poi ti scaraventa in un concetto di religione (e di pensiero e di vita)  illuminante e alla fine ti trascina in alto mare, nel dolore più profondo che diventa lotta per la sopravvivenza. Bellissimo.

Viaggi

My Little China Girl di Giuseppe Culicchia – Non è troppo lungo e per di più risulta godibilissimo, grazie alla scelta dell’autore di mescolare registri differenti, stili, scene divertenti. Consigliato soprattutto se per voi la Cina fa solo rima con Made in.

Autostop con Buddha di Will Ferguson – Lo leggi e riesci a immaginarti senza neanche uno sforzo quest’occidentale grande e grosso che vaga in autostop per il Giappone, preda di tragicomiche disavventure. Molto bello, uno dei miei preferiti del 2015.

Giallo

A che ora muori? di Simone Carabba – C’è Genova, che non è la mia città preferita e c’è il giallo, che non è il mio genere preferito: nonostante questo il libro mi ha coinvolta. Per questo, consigliato.

Attualità

È questo l’islam che fa paura di Tahar Ben Jelloun – Un libro utilissimo e illuminante, per capire, ad esempio, come mai la Francia laica e multiculturale abbia subito due attentati e sia tutt’ora a rischio. Arricchito di argomenti completi, orizzonte internazionale e onestà.

Tecnologia

Cypherpunks di Julian Assange, Jacob Appelbaum, Andy Müller-Maguhn, Jérémie Zimmermann – Quattro personalità di spicco del mondo tech e hacker si sono ritrovati a discutere di Internet, sorveglianza di massa, libertà e valori della Rete.

Nei mesi scorsi ho recensito nel dettaglio anche Educazione Siberiana di Nicolai Lilin e Cuba Libre di Yoani Sanchéz: potete leggere i rispettivi post qui e qui. Chi invece si occupa di scrittura, arte e creatività può leggere questo post qui.

Review libri: “Ruba come un artista” di Austin Kleon (Vallardi)

Ruba come un artista kleon vallardi recensioni torinoLo riconosci subito, se hai un po’ di esperienza nel settore, un libro markettaro.
Ha frasi corte e incisive che sembrano slogan, tanti aforismi facilmente memorizzabili e fa uso intelligente della grafica così come delle immagini, divertenti ed eloquenti.
Ecco: “Ruba come un artista” è un libro markettaro.

Ma non fraintendetemi, un libro markettaro non è necessariamente brutto o furbetto nel senso dispregiativo del termine. In questo caso, ad esempio, la lettura è scorrevole e ricca di ispirazioni utili.Ruba come un artista kleon marketing torino recensione
Le esperienze riportate sono chiare e vissute in prima persona: se a questo si aggiunge che l’autore è una personalità di spicco nel mondo della creatività si avrà tra le mani un libro interessante, da consultare in caso di sindrome da pagina bianca.

Da twittare

Fase uno: meravigliati di fronte a qualcosa. Fase due: invita gli altri a meravigliarsi insieme a te.

Probabilmente, quello che stai facendo quando rinvii è il lavoro che dovresti fare per il resto della tua vita.

Il computer tira fuori in tutti la pignoleria del perfezionista: si cominciano a correggere le idee prima ancora di averle.

Recensione colouring books (libri da colorare per adulti): cosa sono e a cosa servono.

colouring books mandalaSe vi dico che va di moda colorare quale potrebbe essere la vostra risposta?

Prima di pronunciare un cinico tu pensa, hanno inventato l’acqua calda, sappiate che non sono impazzita e che, anzi, da diversi mesi online se ne parla molto: secondo questo trend, da adulti colorare disegni chiamati mandala aiuta a rilassare, limita lo stress, scatena la creatività, incanala con gentilezza la concentrazione.
A prima vista sembra una cavolata, l’ennesima idea da markettaro per vendere libri da bambini agli adulti (facendoli pagare il triplo). Per questo, nel dubbio, ho sperimentato e adesso ve ne parlo.

Se date un’occhiata su Amazon vi renderete conto che i coloring books – altrimenti detti albun da colorare dalla mia nonna Giulia che me li comprava in edicola quando avevo 5 anni – hanno un costo, e non parliamo di un paio di euro. Quindi, scarico qualche mandala da vari siti e mentre lancio la stampa mi dedico alla ricerca sul loro significato.
Pare che questi disegni non vengano proposti a caso nei coloring books: tutti di forma circolare, hanno all’interno elementi legati alla natura e disposti a raggio. Potevano farci colorare Topolino – direte voi – non sarebbe stata la stessa cosa? Pare di no. Il mandala ha un senso preciso, che risale a tempi antichissimi: secondo i buddhisti raffigura il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro, mentre in India è una danza.

E adesso eccoci qui, dopo una giornata di lavoro. Sono le 18 e io coloro. Verde.
Alle 18.15 ho colorato un foglio e ricordo perfettamente quello che ho mangiato a pranzo, il che se vogliamo è un risultato positivo. Viola.
Alle 18.30 sono al secondo disegno e mi sono dimenticata perché sto colorando. Purtroppo, però, mi sono ricordata benissimo delle 47 cose che avrei dovuto fare oggi e non ho fatto, va beh. Non importa, passiamo al terzo disegno.
C’è una tempistica per colorare, come nelle lezioni di yoga in palestra? Quanti disegni devo finire? Non lo so. Andiamo avanti: rosso.
Ore 18.50, ho capito: l’arousal!

Con questo termine si intende una condizione di basso livello di vigilanza della mente, che regala uno stato di attenzione diffusa. Secondo numerosi studi questa condizione è la migliore per concentrarsi, stimolare l’insorgenza di idee, insomma creare.
Quindi è questo il punto: colorando, la mente entra il stato di arousal, viene lasciata vagare ma mantenuta vigile e concentrata grazie ai limiti imposti (margini da rispettare e colori da scegliere). Ed ecco che si entra in contatto con elementi legati al ricordo di breve termine e poi di medio e lungo, insomma depositi della memoria che non spolveravamo da un po’. Sono questi a favorire la creatività, insieme alla ripetitività del gesto stesso, che aiuta a concentrarsi.

Colorare uguale spolverare i ricordi, sì forse è questa la risposta.

P.S. Vi metto su Instagram il risultato finito del disegno di cui sopra 😉

Review libri: “Educazione siberiana” di Nicolai Lilin (Einaudi)

Educazione siberiana recensione libri torinoGomorra in versione russa, con la stessa criminalità ma più freddo, più tatuaggi e (se mai fosse possibile) più crudeltà.
Qualche congiuntivo dimenticato fa uno strano effetto ma scivola via senza togliere proprio nulla alla storia, in sé potentissima.
Quando ho finito di leggerlo di provato un po’ di tristezza per alcuni degli episodi raccontati, forse troppo lontani dal nostro quotidiano occidentale privilegiato per poter essere davvero compresi, nel profondo di ogni piega e piaga.

Da twittare

La fame viene e scompare. Ma la dignità, una volta persa, non torna mai più.

Chi vuole troppo è un pazzo. Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare.

Un tatuaggio non è semplicemente un disegno. Vedi, un tatuatore è come un confessore. Lui scrive la storia di un uomo sul suo corpo.

AgosTorino: cose da vedere e da fare, per chi resta in città

agosto 2015 torino piemonteTorino giapponese – Lo so, sono monotona 🙂 Ma stavolta non si tratta di me e delle mie zingarate. Dopo aver visto il sindaco di Nagoya cantare in italiano siamo pronti a tutti, e infatti eccola qui: mostra (gratuita) di uno street artist di Tokyo.

Biennale Italia-Cina – Restiamo in Oriente con questo evento, che si tiene al Mastio delle Cittadella, e durerà fino a Ottobre. Qui il programma.

Speciale biglietto serale allo Zoom – C’è chi lo chiama zoo in senso dispregiativo e chi invece ne decanta le virtù da bioparco. Se appartenete alla seconda categoria dovete sapere che ci sono i Night Safari, con prezzi ridotti rispetto all’ingresso diurno.

Gala di Ferragosto alla Reggia di Venaria – Costa 8 € e vi consente, già che ci siete, di vedere la Reggia: ci può stare 😉 Qui le info utili.

Con il sole negli occhi – A Ferragosto al Planetario di Torino si può osservare il Sole e partecipare a molte altre interessanti attività.

Musei a 1 € – A Ferragosto, il circuito Fondazione Musei propone l’ingresso a un prezzo stracciatissimo. Ecco i musei aderenti all’iniziativa.

Cinema a Palazzo Reale – Fino al 29 Agosto. Tra i film in programmazione ci sono grandi classici come La vita è bella, L’attimo fuggente, The Truman Show.

Cinema in Piazza don Franco Delpiano (zona Piazza Marmolada e Corso Rosselli, per intenderci) – Ogni sabato sera alle 21.30 chi abita nella Circoscrizione 3 troverà proiezioni di film dell’ultima stagione cinematografica. Ingresso gratuito.

Sport – Il 22 Agosto a Torino arrivano i campioni del rugby internazionale: sfida Italia-Scozia allo Stadio Olimpico di Torino.

Viaggi – Impressioni e scoperte dal Giappone

viaggi giappone recensioniCaspita di giapponesi, mi mancano.
Due settimane di Sol Levante mi hanno insegnato alcune cose di questo universo a sé, questa sorta di bolla così strana per chi viene da Occidente.

Il Giappone è quel Paese dove porti l’uniforme ben oltre gli anni della scuola e leggi i manga ben oltre gli anni del liceo.
Il Giappone è quel Paese che ti fa riconsiderare il tuo concetto di formalità non appena vedi un capostazione fare l’inchino ai passeggeri del treno, prima di uscire dalla carrozza.

Il Giappone è quel Paese dove abbondano i ristoranti stellati, perché nessuno più di questo popolo sa quanto mangiare sia un atto estetico prima che enogastronomico.
Il Giappone è quel Paese dove ordine, silenzio e armonia sono un millenario antidoto contro lo stress prima ancora che i fondamenti di una religione, anzi due.

Il Giappone è quel Paese dove si invecchia alla grande perché non si mangiano pane, pasta, carni rosse o cioccolato, e non ci sono parcheggi per le auto quindi si va in bicicletta. Con buona pace dell’Occidente, ancora convinto che basti ingozzarsi di bacche di goji.
Il Giappone è quel Paese in cui le mamme portano i bambini a scuola in bicicletta. Sì, anche se i piccoli sono due. Sì, anche se piove. Con buona pace delle madri occidentali che fanno un isolato in SUV.

Il Giappone è quel Paese in cui ti chiedi come mai la natura sia così splendente e rigogliosa. Poi ti rendi conto che piove un giorno sì e l’altro anche, e ti dai la risposta.
Il Giappone è quel Paese dove una ragazza può uscire di casa vestita da manga o da orsetto rosa con pigiama munito di orecchie senza essere considerata pazza. Poi rileggi la prima frase di questo elenco e ti dai la risposta.
Il Giappone è quel Paese dove anziché cani e gatti amano carpe e daini. E a questo non hai una risposta.

viaggi travel giapponeIl Giappone è quel Paese in cui si tira lo sciacquone coprendo con la mano una fotocellula ma non si riesce a tagliare la carne perché non c’è il coltello.
Il Giappone è quel Paese dove non esistono i fazzoletti ma la mattina potresti incontrare un dipendente pubblico che pulisce con lo scopino le fessure degli scalini della metro.
Il Giappone è quel Paese dove ci sono giardinieri pubblici che tolgono le erbacce a mano, chini lungo il vialetto di un parco.

Il Giappone è quel Paese dove le donne non temono le rughe ma l’abbronzatura e i punti neri.
Il Giappone è quel Paese dove le donne possono diventare maid in un cafè senza essere linciate come prostitute.

Il Giappone è quel Paese dove nella sua scatola i biscotti non sono ben sistemati, mi spiace mi dia qui che glieli metto a posto subito.
Il Giappone è quel Paese dove si va da A a B e se c’è un imprevisto beh vorrà dire che B non si può fare.

Il Giappone è quel Paese dove i fagioli sono nei dolci, il pesce nella colazione e il riso ovunque.
Il Giappone è quel Paese che non sa cosa siano le guerre “di religione”, i preti, le Fiat, le comunioni in primavera, la Nutella e il prosciutto crudo.

Il Giappone è quel Paese dove il valore della raffinatezza non è sancito dalla costituzione solo perché è già nel DNA delle persone.

Caspita di giapponesi, un po’ mi mancate.

5+1 libri da leggere in viaggio

libri viaggio books travel“Il cammino di Santiago” di Paulo Coelho. L’ho letto in Grecia, sdraiata su una piccola spiaggia deserta, in compagnia unicamente del vento e del mare. Molto particolare, d’ispirazione, un best seller.

“Autostop con Buddha” di William Ferguson. Parte in sordina, si incammina attraverso il Giappone in autostop e finisce per sorprendere divertendo molto! L’autore ha uno stile piacevole, schietto e ricco di senso dell’umorismo.

“Latinoamericana” di Ernesto Che Guevara. Non può mancare tra i grandi classici di viaggio. Significativo, anzi epico, anzi un must.

“Sicilia o cara” di Giuseppe Culicchia. Libro nostalgico, dolce e italianissimo. Ideale se vi accingete a rotolare verso il Sud del nostro Paese.

“Afrodita” di Isabel Allende. Ragazzi (ma soprattutto ragazze) questo è splendido: croccante, fragrante, profumato e gustoso come le ricette che propone. Uno dei libri ai quali sono più affezionata.

Manca all’appello “Io viaggio da sola” di Maria Perosino, che ho iniziato a leggere solo questa settimana.

E voi cosa mi consigliate?