Tutte le foto della Cena in Bianco Torino!

Avete partecipato? Se ve la siete persa, ecco qualche scatto 😉

Un grazie all’autore di queste fotografie, Diego Avanzo, che trovate qui su Facebook.

Digital Festival 2014 Torino: fino a Domenica ancora web e social

Digital Festivaldf14 digital experience festival torino finito (QUI il mio Storify): il 29, 30 e 31 Maggio scorsi a Torino, nello spazio mostre della Regione in Piazza Castello, si è parlato di adv, mobile, food, moda, turismo e giornalismo. In una parola, tre giorni di digitale in ogni salsa. E adesso?

A proposito di salsa adesso il mashup, mescolanza di tematiche e dibattiti al centro dell’edizione #df14, continua con i Digital Food Days.
Questa serie di eventi porta nuovamente a Torino buoni esempi di social eating, fenomeno sociale e culturale che sta spopolando in tutta Europa e che prevede mangiare per socializzare (e magari farsi buoni contatti lavorativi) non più al ristorante ma in case private.

30 tavole apparecchiate in tutta Italia dal 31 Maggio all’8 Giugno nelle quali si chiacchiera con un guru di come il digitale stia cambiando il nostro rapporto con #Turismo, #Media2.0 e #Fashion

Un esempio? Il 4 giugno il tema della serata è quello dei media, e i guru presenti a tavola saranno Francesco Gavatorta – docente Ninja Marketing, strategic planner ed esperto di content management – e Nicola Pasianot – digital and social media strategist presso Ideal Comunicazione nonché fondatore di Instagramers Italia.

df14 digital experience festival torino mashup gnammoEccovi le altre date papabili per geek di Torino che amano la buona cucina:

 

Chef Rubio a Torino per Unti e Bisunti 2: io la penso così.

chef rubio torino unti e bisuntiA Torino cosa vuoi che ci sia da raccontare, solo migranti e Fiat. Non c’è niente di che da scoprire nella tradizione enogastronomica locale.
Forse è questa l’impressione che ha tratto della mia città il team di Unti e Bisunti 2, programma condotto da Chef Rubio in onda su Dmax.

Ho letto su Facebook diverse repliche astiose alla delusione dei torinesi di fronte alla puntata di lunedì scorso, ambientata a Torino per l’appunto, quindi facciamo subito una premessa: mezzo Mondo (voi lettori compresi) sa che sono reduce da un viaggio in Africa, proprio in Marocco.
Amo l’Africa per tutta una serie di ragioni e non starò qui a giustificarmi per le mie opinioni, ma sappiate che per tipologia di famiglia e di pensiero io di proclami razzisti e compagnia bella non ne ho mai fatti e non sto a sindacare su “Torino è la Casablanca d’Italia”. Certo potrei obiettare che, dopo averla vista, Casablanca è noiosa mentre Torino no, ma proseguiamo oltre.

Ho intervistato tempo fa Chef Rubio proprio per il blog e l’ho apprezzato: dalle sue parole e dalla conoscenza dei piatti tipici piemontesi mi dava l’idea di persona che capisce quanta storia ci sia, ancora poco conosciuta e da scoprire. Quanto sforzo fanno ogni giorno produttori e ristoratori per tenere viva la migliore tradizione. Quanto impegno, entusiasmo e investimento realtà come Riso Gli Aironi, COALVI, Il Frutto Permesso e molti altri piccoli locali ogni giorno mettano sul piatto.
E vi ho citato fin qui solo alcune delle belle realtà che si potrebbero elencare.
Domenica non ho visto niente di tutto questo. La puntata di Unti e Bisunti 2 di domenica scorsa? La Grande Delusione.

E non si tratta di Porta Palazzo, chè ci vado a far la spesa da quando avevo 5 anni e mio nonno era ancora vivo. No, non si tratta neanche dei patetici rapper messi lì per finta, come se a Torino, a San Salvario o all’università, li incontrassimo tutti i giorni.
No, è stato un sentimento di delusione per come è stata presentata una sola fetta della mia città – che invece di strati ne ha tanti e gusti ancor di più – e in modo così poco realistico. Constatare che se Torino – ed è vero – non ha nella sua tradizione enogastronomica rinomati cibi di strada, è stato scelto per rappresentarla un piatto, il tajine, che di strada proprio non è, anzi le famiglie marocchine lo consumano a casa, a cena.
Tra l’altro, qui si potrebbe aggiungere che in Marocco il tajine non si mangia in strada, men che meno coi passanti che ci pucciano allegramente le mani dentro. Ma passiamo oltre.

Quanti torinesi quando hanno un po’ fame pensano al tajine?
E quanti invece al kebab, al pita greco, al menu del Mac Bun, ai tranci di focaccia genovese o di pizza, ai gelati di Grom?
Ma soprattutto, chi ha mai visto, a Torino o in Piemonte che sia, sgranocchiare savoiardi in strada?
Le sole risposte a queste domande danno l’idea di come sia stata rappresentata un’intera città con una chiave culinaria distante anni luce dalla realtà vissuta, in passato come oggi.

Cos’è successo a Chef Rubio? Forse è entrato in qualche gastronomia e non sono stati abbastanza amichevoli? O forse bisognava dare alla città un’aura esotica anche se non le appartiene?
No, io penso che la risposta sia più semplice: mancanza di ricerca.
Bastava una semplice chiacchierata con un ventenne o un trentenne che vive, studia o lavora a Torino. E dire che il piatto forte di Unti e Bisunti è sempre stato il contatto umano, la leva del cibo come aggregatore di persone, la ricerca degli aspetti più veri di una città.
Qualsiasi italiano che abbia un computer e sia su Facebook può trovare moltissimi indirizzi di ristoranti di valore a Torino, posti che propongono menu squisiti tenendo vive tradizioni secolari. Qualsiasi Chef Rubio può andare in un paese più piccolo, un borgo, e scambiare due parole con donne anziane che ti fanno agnolotti da leccarsi anche i gomiti, non solo le dita delle mani. Bunet fatti in casa e bolliti e gianduiotti artigianali da morirci, da mangiare uno dietro l’altro peggio delle ciliegie. Fiere ed eventi dove si riscoprono prodotti della terra piemontese in via di estinzione. Si potevano interpellare le diverse e brave foodblogger locali (non io intendiamoci bene, ché cucino come mia nonna programma in 3D e non conosco la realtà food locale come la conosce La Gonzi, per dire) per capire chi declina la tradizione piemontese in modo nuovo, vero, apprezzato da tutti in passato come oggi, dai piemontesi come dai turisti.

Non è stato fatto nulla di tutto questo. Peccato per il programma e per Torino. Nel dubbio, mi risparmio altre possibile sòle e per le prossime puntate di Unti 2 beh… grazie, passo.

7 locali per gli amanti degli hamburger a Torino

hamburger hamburgherie torinoSì, è un’ammereganata. Sì, c’è di meglio sul panorama enogastronomico piemontese dello streetfood (il buon Chef Rubio in questi lo dimostra con il suo Unti e Bisunti 2).
Fatto sta che certe volte, consci di tutto questo, sentiamo l’incontrollabile bisogno de na cosa buzzurra.
Ed ecco spuntare l’idea: hamburgeria.

In realtà, a mio parere con una decisione molto saggia, le hamburgerie torinesi hanno scelto di allontanarsi dallo “stereotipo McDonald’s” per avvicinarsi invece al paninazzo di qualità, alla patatina di livello: ingredienti scelti (ad esempio la carne COALVI), verdure fresche, creatività e senso dello humor nelle proposte.

Ovviamente il tutto non poteva che tradursi in un’intensa attività social, che vede i gestori di questi locali intenti a postare immagini di sugosi pezzi di carne o panini appetitosi.
Ecco dove potete sfogare la vostra voglia matta di hamburger a Torino!

BURGHERIA ORIGINAL HAMBURGER & FRIES – Molto citato e apprezzato in città. A loro i miei complimenti per i naming dei panini 😉 Guardate la fanpage e capirete.

MAC BUN – Poteva mancare? Giammai! Personalmente lo preferisco a La Granda ultimamente. Il pane è rimasto squisito e le patatine, quelle tagliate a rondelle e non a fiammifero, mi soddisfano a pieno. Da accompagnare con il mitico Chinotto Lurisia. Per alcuni, i menu sono un po’ troppo costosi.

LA GRANDA DI EATALY – Buono, ma ci sono stata per un pranzo poco tempo fa e non mi ha convinta: pane basso e gnecco (un po’ gommoso), ritardo incredibile nella preparazione dei nostri menu, patatine tiepide. Uhm.

MCGILLY CUDDY’S – Ecco, questa per me è una certezza di vita: se ho voglia di una serata semplice e tranquilla vado a mangiarmi qualcosa al McGilly Cuddy’s. Perché c’è ampia varietà di scelta, non solo tra gli hamburger, e tutte le proposte sono abbondanti, sfiziose. Bel dehor estivo, location comoda in centro a Torino. Per me promosso!

AMERICA GRAFFITI DINER RESTAURANT TORINO – Non ci sono ancora stata ma mi riprometto di farlo. Da tempo gli amici me lo segnalano al top.

IFOOD 360 CULINARY EXPERIENCE – Va bene, lo so, sto ristorante me piasce e si vede. Da qualche tempo, poi, il buon Luca si è inventato i quadriburger, nuovo formato di hamburger di carne scelta, che va a riempire un superpanino. Talmente super da renderlo protagonista di una gara all’ultimo morso stile Man vs Food. Poi dicono che noi torinesi siamo bugianen 😉

QUALEATY – Segnalato anche su Dissapore. Da provare.

I migliori kebab a Torino

Kebab kebap torino socialmediaLaggiù, nella terra dei sacri pranzi da studenti universitari ma anche oltre le notti folli, quando hai quel certo languorino di mappazzone, lì troverai il tuo amico kebabbaro.

Il kebabbaro è solitamente nordafricano (nonostante si tratti di una specialità turca) ed è diventato negli anni il migliore amico e confidente di studenti, nottambuli, amanti dello streetfood, mangiatori senza fronzoli.

Ho fatto qualche ricerca, online e tra amici, ed ecco i kebab più apprezzati a Torino.

Horas Kebab – Via Berthollet 24. Di lui si narrano le più disparate leggende metropolitane torinesi. Chiacchierarci è un’esperienza sui generis che vi consiglio di provare. Indirizzo imprescindibile per i turisti con pochi soldi e tanta fame. Occhio: sulla fanpage quel tipo lì, quello lugubre che si vede in cover, è proprio Fassino.

Cleopatra Kebab – Via Monginevro 5. Ottimo kebab, in zona Politecnico. Potete mangiarlo seduti sulle panchine del giardinetto all’angolo con Corso Ferrucci.

Sinbad Kebab – Via San Domenico 1. Un’altra istituzione a Torino. Si trova in zona Porta Palazzo, affaccia anche su Via Milano. Menu esposto in vetrina e dehor.

Da Demir Kebab – Piazza Adriano 6. Locale unico nel suo genere in città, premiato nel 2009 da Chef Kumalè e citato persino da Slow Food. Il proprietario è turco.

Toros Kebab – Via palazzo di citta 6/b a due passi da Piazza Castello. Segnalato da un’utente sulla fanpage Facebook SMT.

I miei migliori 5 aperitivi al Quadrilatero di Torino

aperitivo apericena torino socialmedia foodSmile Tree – Qui i cocktail sono arte: un drink a base di cocco e ananas mi è stato servito in un vassoio di legno con decorazioni di frutti e
foglie di cocco, ma potreste trovare anche frutta candita, barattoli di marmellata usati come bicchieri, spezie varie. Di impatto! Aperitivo nella norma, nulla di particolare da segnalare. Tenete d’occhio la loro fanpage: propongono anche aperitivi vegani.

Km 5 – Cibo vario, sia caldo sia freddo, e buono. Occhio: si affolla facilmente e non è grandissimo. Ogni domenica c’è l’Aperiburger.

Shore – Aperitivo buono, vini anche. Belle le salette al piano superiore, con i divanetti comodi: ottime per una festa di laurea o compleanno dove
si è in tanti. Sulla fanpage Facebook pubblicano alcuni eventi interessanti, come quello di domani sera.

Arancia di Mezzanotte – Uno dei miei locali preferiti, tanto che ne avevo già parlato in questo post. Aperitivo a 12 €, servito al tavolo e molto sostanzioso: oltre ai classici salumi e stuzzichini l’ultima volta che ci sono stata mi hanno servito uova sode, pasta al pomodoro, pizza fritta. Insomma, si distingue.

L’Obelix – Aperitivo buono, occhio ché tende ad affollarsi. C’è una sala al piano superiore. Buoni i piatti caldi, come pasta e pizza.

5 cose da fare a Torino a Novembre

torino novembre 2013E niente, arriva novembre e allegria portaci via 🙂 Per scacciare noia e freid, e sfatare il mito che vuole un mese triste, eccovi una mini-guida utile. Come sempre segnalate altri eventi se vi va 🙂

  • Dal 6 al 10 novembre c’è Paratissima, evento che porta in città un indotto di attività collaterali interessanti. Qui le news sulla fanpage Facebook.
  • Dall’8 al 10 l’alter ego di quanto citato sopra: Artissima, al Lingotto.
  • Per i runners (la mia esperienza in proposito l’ho raccontata qualche tempo fa qui) il 17 c’è la Turin Marathon Gran Premio La Stampa. Si partirà alle 9.30 da Piazza San Carlo e il traguardo sarà posizionato in Piazza Castello. Su Twitter, gli aggiornamenti li trovate su @TurinMarathon, mentre l’hashtag per commenti e foto su Instagram è #turinmarathon13.
  • Dal 22 al 30 gli appassionati di cinema approfitteranno del Torino Film Festival. Scopro dalla fanpage Facebook che sarà il primo diretto da Paolo Virzì, quello di “Caterina va in città” e “Tutta la vita davanti”. Per l’occasione potreste visitarvi il Museo del Cinema dentro la Mole.
  • Dal 22 al 1 dicembre vi addolcite con CioccolaTò, la kermesse dedicata a quel cibo divino che… mmm passo e chiudo, devo andare a gustarmi il fondente…

Le Ricette Imperfette – Polpette di pane fritte, con prosciutto e formaggi

ricette food torino

Ciao, mi chiamo Mara e NON sono una foodblogger.
Sapete, di quelle che cucinano piatti sorprendenti, bellissimi, con tanto di foto che fanno venire l’acquolina in bocca solo a vederle. Tortino di cioccolato con coulisse di lampone, parmigiana rivisitata, praline ricoperte, antipasto con avocado. Ecco, io no. Io sperimento tartufi di ricotta e cacao, e se provo a fotografare il risultato sembra un problema di digestione in forma sferica irregolare. Provo a fare la pasta in casa e sti tajarin sembrano il cibo preferito di Bear Grylls. Preso atto di qualche piccola sbavatura ancora da mettere a punto, ho deciso di cominciare una serie di post-ricette per migliorare insieme a voi.
Dedicati a chi come me vive da solo, deve far quadrare i conti e magari vuole scoprire l’ebbrezza di aprire il frigo senza ritrovarne metà in decomposizione. Dedicati a chi come me non è un esperto cuoco ma ama mangiare. Insomma dedicati a chi non è perfetto. Eccovi servite Le Ricette Imperfette 🙂

Polpette di pane fritte, con prosciutto e formaggi.

ricetta torinoFrase tipica: E adesso che me ne faccio di questo pane avanzato?

Prendete il pane raffermo e tagliatelo in piccoli pezzi. Una volta fatto questo, dovete sistemarlo in una ciotola e farlo ammollare in acqua o latte. Nel frattempo preparate il pangrattato (servirà per impanare le polpette). Avete anche il tempo di rispondere a un paio di email se volete.
Una volta che il pane si sarà ammollato, strizzatelo bene e riponetelo in una ciotola pulita. Unitelo poi a 1 uovo, parmigiano grattugiato, sale quanto basta, prosciutto cotto tagliato a dadini, formaggio tagliato a cubetti, o qualsiasi altro ingrediente che vi piaccia.
Impastati insieme questi ingredienti, formate delle polpette e passatele nel pangrattato. Ora friggete le polpette in olio e… fatto!
Da instagrammare agli amici e consumare calde.

Risultato finale: Buonissime!

Variante ghiotta: abbinate le polpette al sugo di pomodoro.

Chef Rubio e Torino: l’intervista unta e bisunta

chef rubio unti e bisunti dmax torinoAll’inizio mi sono detta che avrei dovuto cominciare con la sua cordialità e disponibilità. Ma poi scusate uno che conduce un programma tv deve necessariamente essere snob e antipatico?
Poi ho pensato che per questa intervista si è dimostrato molto competente e garbato nonostante sia un ruvido ex rugbista senza tanti peli sulla lingua. Ma poi perché uno non dovrebbe essere un gentilcuoco dal linguaggio complesso anche se ha giocato tanti anni a rugby e dice quello che pensa?
È un pò come quando Ah ho capito che lavoro fai, sei na specie di geek… Quindi non esci mai di casa, non hai amici e conosci a memoria le puntate di Star Trek. Ecco no, non è così.

Quindi ho deciso che in questo post non si parlerà di: donne, muscoli, sport, stereotipi, tatuaggi. Si parlerà della cosa per cui lo conosciamo meglio: il cibo.
Già perché non so se ne avete sentito parlare quest’estate: lui è uno chef. Sto parlando di Gabriele Rubini alias Chef Rubio, che ha girato l’Italia con il programma Dmax Unti e Bisunti.

  • Tutto lo stivale ma è mancata Torino. Nella seconda serie è prevista una tappa qui?

La seconda serie abbraccerà le ultime zone del Sud che non siamo riusciti a toccare nella prima serie, e molte zone del Nord inesplorate. È mia ferma intenzione passare a Torino.

Idee chiare e occhi puntati sulla Mole: alla grande. Ma andiamo al sodo, e parliamo di cucina.

  • A Torino streetfood è spesso sinonimo di multietnicità e ibridazione: il kebab di Horas a San Salvario, i gofri occitani, le crêpe dei cugini d’oltralpe, i classici tranci di pizza, gli arancini siciliani, le piadine romagnole. Secondo te è voglia di scoprire oppure… noi torinesi siamo troppo pigri? 🙂

Il motivo per cui hanno attecchito maggiormente cibi di strada di culture straniere o di regioni differenti dal Piemonte credo dipenda dal fatto che in passato ci sia stata l’opportunità, per molta gente, di vivere lì meglio che altrove. Quindi le culture, che man mano hanno cominciato ad insediarsi e a diventare parte integrante della popolazione, hanno portato con sé un pò della loro terra d’origine. Ti dirò meglio comunque dopo esserci passato ed aver vissuto la città.

  • Quali piatti piemontesi ti piacciono?

Mi fanno impazzire le acciughe e la lingua al verde, ma anche la bagna cauda. Agnolotti al plin, tajarin, finanziera: potrei continuare all’infinito. A Pollenzo ho mangiato anche la tartare di fassona e la salsiccia di Bra in una trattoria. Infine, i formaggi sono spettacolari.

  • Tutto il web conosce il tuo amore per la birra, ma qual è il tuo rapporto con il vino?

Adoro il vino e questo anche grazie a Gorgoni (a mio avviso il più grande esperto italiano in materia) che mi ha fatto scoprire questo fantastico mondo. Me ne ha fatto innamorare raccontandomelo come nessun altro avrebbe potuto. Come posso coltivo questa passione, ma ho molto da imparare. Una stretta vicinanza con quel genio accelererebbe di molto il mio processo di conoscenza.

  • Ti è mai capitato di cucinare per lavoro cibi piemontesi come la bagna cauda, l’insalata di carne cruda con tartufi, gli agnolotti, il bunet?

Sì ma gradirei me li preparassi tu, che di sicuro son più buoni.

Lo chiedo o non lo chiedo? Massì, dai osiamo la prova del nove, quella certa cosa da ridere che ogni torinese ha scoperto a proprie spese quando ha chiesto quel certo amaro una sera a cena, a Milano o a Roma.

  • Chef Rubio, hai mai bevuto il San Simone?

Sincero? No purtroppo mai bevuto.

Eccallà 🙂 Lo ammetto ho riso di gusto, da piemontese che sa quanto questo amaro sia sconosciuto anche solo a pochi chilometri dal nostro confine regionale. Comunque si è fatta ora di pranzo e già che ci siamo…

  • Mi consigli una ricetta facile e veloce per il pranzo di una freelance, che ha poco tempo per cucinare ma adora mangiare?

Io oggi mi son preparato costine di agnello al prezzemolo e menta, con pomodori ricci grigliati e panna acida. Per cucinarli ci avrò messo 20 minuti in tutto.

Per dessert, qualche domanda sui social. Avvertenza: su Facebook e Youtube Chef Rubio è sommerso da commenti entusiasti.

  • Rapporto con i social: allergico, neutrale, male necessario o dipendente?

Li uso in maniera sapiente quando posso. Quando non posso meglio, preferisco impiegare il tempo altrimenti, magari leggendo un bel libro.

Chef Rubio, descriviti con un termine social: virale.

5 ottime gelaterie a Torino

gelateria torino

Arriva l’estate e i servizi al tg ce lo propinano in ogni salsa. Il gelato è un ottimo sostituto del pranzo (poi devo mangiarmi 25 focaccine dopo, ma che sarà mai per la mia linea), il gelato fa bene ai bambini, il gelato contiene vitamine frutta verdura sali minerali e ti fa anche il caffè a fine pasto.
Io dico che me lo mangio perché è buono e fresco. E vi svelerò un segreto: sto cercando di imparare a produrmelo in casa. Ora, dire che sono una buona cuoca è come dire che i giandujotti son buoni pucciati nella gorgonzola, ma stiamo lavorando per migliorare.

Grom – Se penso al gusto che più amo, il lampone, mi viene l’acquolina in bocca in tempo zero 🙂 A parte questo, di Grom mi piace tutto. I prezzi non sono economici, ma in rapporto alla qualità secondo me sono soldi ben spesi.

La Romana  (ma anche qui e qui) – Rispetto a Grom i loro gusti li trovo in generale più dolci, e sono più elaborati. I miei must: ricotta e fichi, mascarpone con fragoline di bosco, yogurt miele e noci.

Pepino I miei preferiti non sono i gusti sfusi ma i ricoperti al cioccolato tipici della tradizione torinese, i Pinguini.

Gelartica C’è una grande varietà di gusti, più tradizionali rispetto a Grom e a La Romana. I gelati sono belli grandi e con 2 € ti sazi.

Gelateria Popolare – Si trova in zona Borgo Dora. Qui si cerca di proporre prodotti bio e a km zero. I prezzi, come suggerito dal nome, sono effettivamente buoni.