Lunedì scorso, durante una serata uggiosa proprio come questa, ho fatto aperitivo con i ragazzi di Radio RAT, una web radio che volevo conoscere meglio.
Cosa significa RAT? E da dove nasce l’idea? Queste e altre risposte nell’intervista, scivolata con piacere tra uno spritz, del buon cibo e anche musica occitana live.
Ragazzi prima di tutto avete voglia di presentarvi?
Certo! Siamo Fabrizio, Valentina, Karen, Liù, Alfonso e Beppe, colui che agli albori ha avuto l’idea, 10 anni fa.
Di mestiere c’è chi fa contabilità, chi paghe e contributi, chi comunicazione.
A proposito di idea: come nasce la vostra web radio?
Fabrizio: La radio nasce 9/10 anni fa, ma da 3 trasmettiamo a tutti gli effetti con 5 programmi divisi su 4 giorni a settimana. Comincia Alfonso con lo sport: Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Martedì ci sono io con Valentina e si chiacchiera di food (la trasmissione si chiama A pancia piena). Mercoledì abbiamo Due donne e un mistero, condotto da Valentina e Karen e ricco di misteri e leggende su Torino e Piemonte. Giovedì invece parliamo di notizie strane e curiose in Non ci posso credere. Beppe, che ha molti impegni lavorativi, trasmette in modo indipendente con lo storico A tu per voi. In genere come si può notare il tono è goliardico e divertente.
Agli inizi come vi siete mossi a livello pratico? Con spazi e scalette oppure sperimentando?
Valentina: Non avendo uno spazio tutto nostro da dedicare a questo progetto trasmettevamo da casa di Beppe in modo molto fai-da-te. Abbiamo iniziato proponendo musica libera da SIAE, avevamo una scaletta libera per cui si sfioravano quasi sempre le 2/3 ore di chiacchiere. La trasmissione si chiamava Io la domenica vado a messa.
Come sta andando la radio oggi? Ma soprattutto una domanda che mi ha torturata nottetempo… COSA SIGNIFICA RAT? (vorrete mica dirmi che il senso è proprio ratto in dialetto piemontese vero?? ndr)
Fabrizio: RAT sta per Radio Amucciuni Torino e nasce durante una serata fra amici, quando un coinquilino siciliano ci insegnò questo termine che in dialetto significa “di nascosto”. Ci è piaciuto e l’abbiamo adottato. Da novembre 2013 siamo in crescendo: usiamo Spreaker, strumento che ci permette di andare in onda collegandoci ognuno da casa propria, e abbiamo raggiunto i 50/60 ascolti medi, soprattutto in replica, la notte e in pausa pranzo. Con la web radio le dinamiche tradizionali, quelle da ascolto in auto per intenderci, cambiano: se ti ascoltano è perché ti scelgono.
Progetti futuri?
Fabrizio: Vogliamo entrare sempre più in contatto con band della scena emergente, quella è la vocazione musicale della nostra radio. Essere web è molto bello ma ha ovvi limiti: cerchiamo di andare oltre il virtuale e farci conoscere partecipando a concerti e manifestazioni culturali. Nel 2015 abbiamo in mente eventi in collaborazione con alcuni locali torinesi e ci saranno anche presentazioni di libri.
Già, metterci la faccia. Mi piace: è un po’ quello che faccio anch’io col mio blog. Ma si riesce, con la radio, a farsi ascoltare da Torino?
Fabrizio: Beh è una città che mi piace definire come “a due tempi”, uno nel quale si sperimenta e si innova e l’altro parruccone fermo a quarant’anni fa. Ti cito un esempio: c’è questo gruppo, si chiama Fanali Di Scorta. Suonano insieme a grossi nomi della musica italiana da dieci anni eppure sono quasi sconosciuti al grande pubblico.
E niente, adesso vado a scoprire di che gruppo si tratta, voi intanto tenete d’occhio Radio RAT Torino 😉