Shopping zerowaste su Vinted: ecco cosa ho capito.

In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della sostenibilità, l’adozione di uno stile di vita zerowaste sta guadagnando terreno. Questo approccio non si limita solo a ridurre gli sprechi nella tua cucina, ma si estende anche al tuo guardaroba. Oggi voglio parlarti di come puoi abbinare lo shopping su Vinted, una piattaforma di seconda mano, al tuo impegno per ridurre gli sprechi e vivere in modo più sostenibile.

Perché Vinted?

Vinted è un mercato online che consente alle persone di acquistare e vendere abbigliamento e accessori usati. Questo non solo ti permette di risparmiare denaro, ma anche di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione di nuovi vestiti. Da circa 4 mesi testo Vinted ed ecco alcuni consigli pratici su come sfruttare al meglio questa piattaforma per adottare uno stile di vita zero waste.

Esplora il Mondo dell’Usato

Inizia a esplorare Vinted alla ricerca di capi di abbigliamento di seconda mano. Troverai una vasta gamma di opzioni, dalla moda vintage a pezzi di alta qualità a prezzi accessibili. Riduci la tua impronta ecologica scegliendo il riuso anziché l’acquisto di nuovi prodotti. Non serve essere minimal: ce n’è per tutti i gusti, compresi i grandi brand di alta moda.

Vendere per Riciclare

Non dimenticare di dare una seconda vita ai tuoi vecchi abiti. Usa Vinted per vendere gli indumenti che non indossi più. In questo modo, contribuirai alla catena del riciclo e farai spazio nel tuo armadio per capi che ami davvero. Non dimenticarti di dedicare particolare cura alle foto che scatti ai tuoi capi.

Compra in Modo Intelligente

Quando fai acquisti su Vinted, cerca capi che si adattino al tuo stile di vita e al tuo guardaroba esistente. In questo modo, ridurrai al minimo gli sprechi e garantirai che ogni acquisto sia un investimento.

Attenzione alla Qualità

Scegli sempre capi di alta qualità che resistano nel tempo. Questo significa che non solo dureranno più a lungo, ma avrai anche meno bisogno di sostituirli, riducendo così gli sprechi e il consumo di risorse.

Manutenzione Adeguata

Prenditi cura dei tuoi vestiti in modo adeguato. Segui le istruzioni per il lavaggio e la cura dei tessuti per garantire che durino il più a lungo possibile. Chiedi informazioni alla venditrice/venditore.

Fai Scelte Informate

Quando effettui un acquisto, pensa al ciclo di vita del prodotto. Chiediti se sarà utile per lungo tempo o se diventerà presto obsoleto. Scegli con saggezza per contribuire a ridurre gli sprechi.

Uno stile di vita zerowaste e lo shopping su Vinted possono andare di pari passo. Sfrutta questa opportunità per ridurre gli sprechi nel tuo guardaroba e motìvati a vivere in modo più sostenibile. Ogni piccolo passo conta quando si tratta di preservare il nostro pianeta, quindi inizia oggi a fare scelte più consapevoli nel mondo della moda. Sia che tu stia cercando pezzi vintage unici o capi di tendenza a prezzi convenienti, Vinted è il tuo alleato per uno stile di vita sostenibile e alla moda.

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Ci avevi pensato? Io no. Breve checklist da salvare e stampare.

Leggere “Il femminismo è per tutti” di bell hooks è stato fondamentale per la mia formazione di attivista, madre e professionista.

In questo libro, i percorsi di autocoscienza – peraltro già noti in Italia sin dai tempi dei Mitici Anni ’70 ad opera di figure cardine come Carla Lonzi – sono la base di un percorso di ripensamento della propria situazione famigliare e lavorativa in un’ottica di parità di genere. Si parte sempre da sé stesse per scardinare gli elementi di sessismo che abbiamo interiorizzato fin da quando eravamo piccole. Non ne abbiamo alcuna colpa. Oggi quei tratti li portiamo avanti senza nemmeno realizzarlo, e potremmo trasmetterli senza volerlo all’educazione di bambine e bambini.

Condivido con voi gli appunti su me stessa: sentitevi libere/i di condividere i vostri.

QUI PUOI SCARICARE LA MIA CHECKLIST, GIÀ PRONTA DA STAMPARE E ARRICCHIRE.

Usa il tuo cognome. Anche se sei sposata, usa il tuo cognome. E dallo alle tue figlie/i: si può fare.

Prendi spazio in casa. Non stare tanto tempo in cucina. Non sistemare la seconda televisione sfigata in cucina mentre quella faiga sta in salotto, e la guarda solo tuo marito per il calcio. Troppe volte, anche nelle nuove generazioni, si nota come a fine pasto le donne si alzino per sparecchiare mentre gli uomini si godono l’amaro. Bevi il dannato limoncello da seduta. O – meglio – bevilo mentre fai sparecchiare il tuo compagno/marito.

Se puoi, creati uno spazio tutto per te con una serratura per chiuderlo. Se non puoi, rivendica gli spazi della casa: il divano, il salotto. Il telecomando. Prendi il dannato telecomando e decidi tu cosa guardare la sera con la tua famiglia.

A parità di mansione, investi in una donna. Scegli dottoresse, avvocatesse, negozi gestiti da donne. E nel caso delle ginecologhe, controlla che non siano obiettrici: puoi farlo sulla mappa di Obiezione Respinta.

Alle feste di Natale o di compleanno, regala alternative femminili: libri, soprattutto.

Non commentare mai, per nessuna ragione, il corpo di un’altra donna. Neanche se va a Sanremo. Neanche se secondo il tuo personalissimo giudizio non è in salute. Non. Commentare. Mai. Un. Corpo. E già che ci sei, parti dal non giudicare male il tuo, di fisico.

Vuoi fare qualcosa? Vai al cinema da sola o prenota per una al ristorante. Vai da sola. Viaggia da sola.

Nota quando dici le parole scusa, disturbo, nel mio piccolo, pazienza. Nota a chi e quando dici queste parole. Nota quanto spesso le dici.

Vota. Sempre. A livello nazionale fino a quello locale e di quartiere. Dalla Sindaca/o alla/al rappresentante di classe.

Scegli. Anche al supermercato, anche la marca del sugo di pomodoro.

Non accettare subito un “no” (a meno che si tratti di rapporti con altre persone, situazioni nelle quali vanno rispettati e basta). Se puoi, trova altre strade. Trova altri modi per arrivarci.

Partecipa alle riunioni di condominio. Polemizza in modo costruttivo.

Al lavoro, presentati senza blocco note o penna e rifiutati di prendere gli appunti per tutte/i. Siediti davanti, al tavolo.

A meno che la situazione non lo richieda espressamente, usa un tono di voce alto. Alza la mano. Alzati in piedi.

Conta i soldi. Parla di soldi. Soprattutto alle tue figlie/i. Investi in banca e insegna alle tue figlie/i ad investire i primi stipendi.

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3 modi per usare Amazon se sei un* zerowaster pigr*

Chi dice che le/gli zerowaster debbano necessariamente snobbare Amazon? Possiamo usarlo (non abusarne) a nostro favore, con criterio e senza sminuire i nostri valori.

Ecco cosa ho scoperto di interessante e come può esserti utile.

  • Libri usati. Torino dispone di un’ottima rete di biblioteche civiche e bibliobus, che raggiungono ogni quartiere della città almeno una volta a settimana. Tuttavia, capita che alcune delle uscite più recenti non siano ancora disponibili in catalogo BCT quando ci servono, magari con urgenza o per motivi di lavoro. Quindi, una buona idea è spulciare online: su Amazon, una volta ricercati autore o titolo desiderato, è disponibile l’opzione Confronta Nuovo e Usato.
  • Vetrine digitali di negozi fisici e piccole imprese. Spesso i piccoli punti vendita (erboristerie, negozi di oggettistica e accessori, parafarmacie, librerie dell’usato, cartolerie) o le PMI delle più svariate categorie non dispongono di budget a sufficienza per mettere in piedi un ecommerce indipendente, perciò decidono di aprire una vetrina su Amazon. Facendo clic su Visita lo Store o – scrollando verso il basso nella pagina prodotto – su Venditore, puoi sempre scoprire da dove proviene quello che compri e scegliere consapevolmente.
  • Made in Italy. Se sei alla ricerca di idee regalo o alternative nazionali di prodotti che compri abitualmente, la vetrina Made in Italy di Amazon può aiutarti. Basta digitare Made in Italy nella barra di ricerca e selezionare la categoria desiderata. Sono disponibili anche i Percorsi Regionali: per ciascuna Regione d’Italia troverai eccellenze, idee regali ma anche prodotti di uso quotidiano. Qualche esempio per il Piemonte? Vini, liquori, gioielli d’artista e – che ve lo dico a fare – creme spalmabili dolci 😀

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Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach: come creare la tua capsule anti-sprechi

Ve l’ho anticipata su Instagram ed eccola qui: la rubrica che Alessandra Di Matteo Untraditional Style Coach terrà nelle prossime settimane per la nostra community. Con un obiettivo ben preciso: sfatare il mito che vuole gli amanti dello stile come inquinatori seriali.

Ciao a tutti/e,
mi chiamo Alessandra Di Matteo e sono una Untraditional Style Coach. Nel 2016 termino gli studi come Consulente di Immagine e in questi 4 anni ho compreso come quell’essere untraditional sia stata la naturale evoluzione non solo della mia professione, ma anche del mio stile di vita.

Il mio scopo nelle prossime settimane?
Aiutarvi ad ottenere un guardaroba completo, essenziale e senza tempo.
Lo so. Sembra impossibile, ma vi garantisco che si può!
Ottimizzazione delle risorse, scelte consapevoli e sostenibili: ecco ciò che impareremo.

Guardaroba capsula

Il Capsule Wardrobe è un guardaroba intelligente, capace di rispecchiare il vostro stile di vita, che vi permette di risparmiare spazio, tempo, risorse ambientali e denaro.

Avete presente la famosa frase Ed eccoci di nuovo con il solito problema: un armadio di vestiti e niente da mettermi? Non parliamo poi quando arriva il tanto temuto cambio di stagione. L’obiettivo sarà sempre quello: avere outfit per ogni occasione, senza possedere un numero eccessivo di vestiti.

La pratica.

Le 4 regole fondamentali per costruire un guardaroba capsula:

REGOLA N.1
Scoprire la nostra palette di riferimento, ovvero – dal punto di vista cromatico – quali sono i colori che valorizzano il nostro incarnato, ci permetterà di individuare i nostri neutri (nero, blu, grigio oppure marrone, beige, avorio). I colori più affini alle nostre tipologie cromatiche decreteranno la base del nostro guardaroba intorno a cui ruoterà tutto il resto.

capsule zerowaste untraditional style coach

REGOLA N. 2
Individuare la forma del nostro corpo.
Avete mai sentito parlare di body shape? Ogni corpo ha le sue proporzioni. Riconoscerle ci permetterà di scegliere il taglio di ogni capo adeguato al nostro corpo. Solo così ogni giacca, camicia, gonna e pantalone si abbineranno tra di loro senza alcuna difficoltà.

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REGOLA N.3
Dividere il nostro armadio in base all’occasione d’uso dei nostri capi.
Facciamo un esempio: gli abiti da lavoro. La percentuale di spazio che occuperanno sarà direttamente proporzionale alla percentuale di tempo che dedichiamo a questa attività. Il 90% dell’armadio è dedicato all’ufficio? A voi le conclusioni 😉

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REGOLA N.4
Costruire all’interno del nostro armadio più capsules.
Il tanto temuto cambio di stagione sarà rimpiazzato dalla funzionalità di avere già una capsule autunno/inverno e una capsule primavera/estate. Ricordate la regola numero 3?  Il segreto sarà costruire capsules per ogni occasione della nostra vita.

capsule zerowaste untraditional style coach

Questi suggerimenti sono validi anche per chi viaggia molto.
Una valigia intelligente avrà all’interno pochi abiti, interscambiabili tra loro, coerenti per colore, tessuto e stile.

Less is more
Non è mai una questione di quantità, ma di qualità e… idee chiare.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

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3 piccole cose #zerowaste che puoi fare oggi a costo zero

Attenzione.

Non vi spingerò mai a rinunciare ad assorbenti e pannoloni come se fossero il Male supremo.

Non vi dirò che la coppetta mestruale è d’obbligo e che sarà la panacea di ogni ciclo femminile o di ogni maledetta tassa che impongono alle nostre bellissime ovaie.

Non vi giudicherò per essere o non essere vegani o vegetariani.

Perché?

Perché non penso che possiamo cambiare il Mondo predicando lo zerowaste (ma sapete già che preferisco il termine lesswaste) come fosse un dogma o una religione, punendo e guardando dall’alto in basso i miscredenti. Non è giusto né costruttivo per nessuno.

Però di una cosa sono convinta.

L’attenzione e la semplice osservazione dei gesti quotidiani portano a ridurre sprechi di denaro e di risorse utili.

Quindi ecco 3 proposte di azione concreta, per cominciare pian piano e decidere se lo zerowaste faccia o meno per voi. Se la risposta è sì allora su questo blog troverete tanti spunti. Ma andiamo con ordine.

  1. Portate sempre nello zaino o in borsa una busta di stoffa. Vi sfido a verificare coi vostri occhi quante volte in una settimana la estrarrete alla domanda “le serve una borsa/busta?”. Spoiler: sono parecchi, dal panettiere al mercato allo shopping.
  2. Quando fate la spesa e siete di fronte ad un oggetto in plastica, provate a vedere se intorno a lui ce n’è uno uguale/simile in un altro materiale riciclabile. Ad esempio? I deodoranti per le ascelle in vetro o solidi, la frutta e la verdura sfusa nelle buste biodegradabili anziché preconfezionata nelle confezioni di plastica, i regali non materiali al posto delle solite creme corpo, gli elettrodomestici ricaricabili via cavo anziché a pile.
  3. Bevete acqua del rubinetto e portatela in borraccia al lavoro/scuola. Meno bottiglie di plastica da comprare e tenere nello sgabuzzino a ingombrare, qualche centinaio di € risparmiati l’anno per andare più spesso a cena fuori con il marito o la moglie 😉

Aspetto le vostre esperienze e i vostri consigli per me!

Less waste: 10 facili strategie e indirizzi utili a Torino

Attenzione, sto per dire una cosa forte. A dispetto di ciò che il titolo potrebbe far credere, io non credo nello zero waste (stile di vita a zero sprechi).

Detesto ogni estremismo, quello che parte da un doveroso senso di responsabilità e tracima fino a farci salire su piedistalli fatti di una superiorità inesistente. Non amo controllare ossessivamente ogni dettaglio della mia vita quotidiana per poi sentirmi in colpa se non ho seguito il dogma. Non voglio trovarmi a rifiutare un regalo della nonna 95enne perché non conforme alle regole imposte. Il fai-da-te non fa-per-me. Non sono disposta a rinunciare alle conquiste fatte da e per le donne in decenni di femminismo (non essere più costrette a lavare quintali di assorbenti e pannolini, non dover necessariamente allattare al seno, avere dalla propria parte omogeneizzati pronti per bambini e anziani, avere a disposizione preservativi in plastica usa e getta per decidere della nostra sessualità in sicurezza – tra le tante).

Detto questo, qualcosa di importante può essere fatto. Se poi è anche facile e non costa un occhio, è l’ideale! 😉

  • Dalla plastica al vetro: yogurt, latte, succhi di frutta sono prodotti con molte alternative di packaging less waste, specie se avete bambini/e.
  • Mestruazioni: i tamponi ed assorbenti sono da sempre tra i prodotti meno ecologici in assoluto. Se avete confidenza con il vostro corpo potete optare per la coppetta mestruale, altrimenti sceglierete gli assorbenti esterni e i salvaslip compostabili.
  • Pannolini: al supermercato si trovano diversi brand di compostabili.
  • Carta casa, carta igienica, fazzoletti: l’azienda italiana Lucart ha nella sua linea questi prodotti, tutti ricavati da carta riciclata.
  • Prodotti di bellezza: Lush ma che vvelo dico a ffà. Dallo shampoo solido al balsamo, dalle creme alle maschere viso. Ma anche il Negozio Leggero.
  • Spazzolini e dentifrici: il mio dentista mi ha sconsigliato del tutto il bicarbonato puro, così ho scelto i prodotti di Lamazuna (costano parecchio però), mentre su Amazon si trovano comodamente disponibili tanti marchi di spazzolini in bambù.
  • Abbigliamento: chi dice che sprecare meno significa diventare minimali o tristi? Nei negozi Humana potete sbizzarrirvi, trovando capi originali e alla moda senza dissanguarvi. In più, Humana Vintage in Via Pietro Micca è un autentico gioiello incastonato in un palazzo d’epoca: da scoprire.
  • Giocattoli e abbigliamento bambini: crescono in fretta e strapazzano i vestiti al nido o all’asilo, ma è possibile arginare i costi e sprecare meno acquistando in uno dei molti negozi dell’usato. Personalmente per giocattoli, cucine e casette da giardino trovo molto utile anche Subito.it.
  • Pasta, pastina, cioccolato e biscotti: Negozio Leggero, mia figlia va matta per i loro biscottoni al cocco.
  • Detersivi: hanno purtroppo eliminato la spina nel mio supermercato, così ho scelto il Negozio Leggero. Se proprio non ho tempo per andarci cerco quanto meno di tenermi lontana dal packaging in plastica, preferendo alternative in polvere e in confezioni di cartone. Ho intenzione di provare anche i prodotti alla spina degli Empori Acmos.

E tu, quali strategie usi per ridurre gli sprechi e contenere i costi? Aspetto i tuoi suggerimenti! 🙂

Handmade a Torino: la storia di Rava-Nello

Dicono che la vita sia come gli scacchi. Perciò, se vivi in tempi di crisi, hai finito il liceo artistico e da grande vuoi fare l’artista, quale sarà la tua prossima mossa?

Per Virginia Landro, 21 anni, di Torino, quella mossa è stata prima diventare un Giovane Artigiano, poi fare un’esperienza di 4 mesi a Bordeaux e infine aprire Rava-Nello, blog di creatività e handmade talmente torinese che non c’è filosofia dietro la sua nascita né brainstorming creativo dietro il bizzarro nome. Quando ci siamo incontrate, Virginia mangiava con piacere un bel piatto di penne. Così ho pensato che forse la vita è come gli scacchi, con le sue mosse azzeccate e le sue pedine insignificanti, ma è anche di chi mette le mani in pasta e non nasconde la magagna coprendola di sugo.

Fiorecchini

A questo punto potrete pensare che Virginia sia una persona concreta al limite del sabaudo e quindi vorrà proporre idee semplici e facilmente applicabili. La risposta è sì ma no: si è specializzata nel settore della carta, fino ad arrivare a padroneggiare la tecnica origami giapponese, e il suo studio, un angolo di colore nella periferia torinese (via Sagra di San Michele 127), è perfettamente imperfetto.
Il blog nel tempo è diventato anche uno store su Etsy, dove sono in vendita bijoux splendidi – così piccoli da chiedersi come abbia fatto una normale mano a realizzarli – biglietti da visita, segnalibri, oggettistica per la casa e la new entry, i calendari.
Qui tutto ciò che è carta è realizzabile, e se si ricicla meglio ancora.

Oltre al Web, potete incontrare Virginia “Rava-nello” agli eventi torinesi (di recente ha partecipato al San Salvario Emporium) o in tanti altri mercati e fiere. Sappiate che ci sarà arrivata da sola, con il bus, montandosi da sé l’espositore. Indipendenza economica e nuovi progetti sono in cantiere per Rava-Nello: questa è la sua prossima mossa verso il futuro.

Le prossime 15 cose interessanti da fare a Torino nelle Feste

Natale 2015 a TorinoPossiamo dire tutto, in questa nebbiosa città sabauda, tranne che Non c’è niente di bello da fare oggi: dal mercatino alla mostra, dall’aperitivo al party non convenzionale, tutti i gusti saranno soddisfatti.

Matisse a Palazzo Chiablese

Subsonica in concerto a Venaria

Mercatino di Natale all’Esperia

Osservare le stelle (se la pianta lì con questa nebbia…)

Babbo Natale per il Regina Margherita

Festa del Circolo dei Lettori

Xilografia. Non fate quelle facce da EH?? 😉

PPP ovvero Pier Paolo Pasolini

#ACTAperitivo (Associazione che da più di dieci anni si impegna a dare voce e rappresentanza al lavoro autonomo professionale in Italia)

Cicloaperitivo d’inverno di Bike Pride, con la presentazione del kit di primo soccorso ciclisti e la premiazione contest Pimp my Bike #PMB15

Gran Balon

Funeral Party dedicato a Joe Strummer

Natale alle Lavanderie Ramone

La Notte Rossa al Baretti

Maratona di protesta contro i libri messi all’indice nelle scuole del Veneto

Amazon e il drone su Torino

amazon drone torinoSe fate acquisti online, non vi sarà sfuggita una novità recente.
La notizia è codesta: Amazon intende usare i droni, piccoli robot in grado di volare e comandabili da remoto, per consegnare i prodotti che gli utenti acquistano sul sito. Il servizio si chiamerà Prime Air e nelle previsioni di Jeff Bezos sarà attivo tra 5 anni.

Ora immaginate la figata. L’innovazione. Il futuro. Wow.
Poi immaginate le declinazioni nella vita quotidiana. Ad esempio la mamma geek che ordina i libri scolastici per il figlio.

Allora Daniii, io esco e vado al lavoro. La carne è nel frigo, solo più da far cuocere. Ricordati del drone: ti porta il libro di chimica. Non ringraziarlo con una pacca sulla spalla che l’altra volta è volato giù dal quarto piaaaano poverino.

Finalmente i figli non scollegherebbero il cervello già a partire da io esc ma rimarrebbero attenti. Ci pensate. Milioni di nasi schiacciati contro la finestra a guardare se quello è il drone col mio manuale di GdR o il fumetto preferito o Assassin’s Creed 27.
Entusiasmo mai visto per i libri di scuola. E la sensazione che Harry Potter col suo piccione bianco mi fa una cippa, io c’ho er drone tzè.

E poi arriva Dicembre. E come spieghi ai più piccoli che Babbo Natale adesso usa il drone e non la slitta per portarti i regali sotto l’albero? Uhm, questo è un problema.

Mamma guarda un uccello meccanico!
No amore quello è un drone, occhio alla testa che il vicino del terzo piano ama i libri di fotografie e si sa mai…

E poi c’è il capitolo Girl Geek Drone. Per esempio io quando ho letto l’articolo ho avuto fantasie malsane su un’eventuale opzione di personalizzazione del drone (provate a immaginare le scene: il mio sarà fucsia! no il mio sarà viola! invece il mio avrà su l’autografo di Pirlo!). Ma se lo richiedo verde chiaro, cari amici di Amazon, quanto mi costa?
E poi come avviene la consegna?
Se ordino 50 sfumature di grigio arriva un drone vestito di latex? O si intrufola la notte in gran segreto e si guarda intorno prima di scaraventare in fretta il libro nella buca delle lettere?
E poi il drone bussa alla mia finestra e mi dice ciao oppure mi spara fuori il libro da un non specificato robot-orifizio? Perché nel secondo caso l’affermazione questo libro è una cagata pazzesca assumerebbe tutto un altro significato.

Anche i nerd nel loro piccolo si incazzano

torino blog comicoNormalmente impegnati a trastullarci con tweet embeddabili e notizie di Google Glasses al Museo Egizio, talvolta accade che noi geek/nerd/smanettoni/qualsivoglia un po’ ci incazziamo.
Eh ma non una leggera flebile parolaccia. Parlo proprio di quei momenti in cui ti acchiappa una sana e consapevole voglia di rompere vetrine con armi medievali, bestemmiare come un marinaio francese ubriaco con un braccio rotto e colmare la restante iperattività con cibo e alcolici.
Ecco, uno di questi momenti è capitato proprio oggi.
Così ho fatto un elenco di cose che sento il bisogno di fare quando il Mondo rema contro:

– Lui. Sì, io che normalmente mi vanto della mia indipendenza e decanto il carattere forte ereditato da mia mamma. Io che giro la notte con le mie amiche da sola, non chiedo mai il permesso, vado a cena con i miei amici maschi. Quando ho voglia di azzannare qualcuno, solo Lui riesce a spuntare il canino, con le sue filosoferie, i complimenti, i nomignoli scemi, i massaggi ai piedi. Tranquilli, il peggio deve ancora venire. Leggete gli altri punti 😉

– La musica. Sì ma non quella rock seria, e neanche la metallo. Non i Beatles, gli Oasis o i Subsonica. No, io provo un’irrefrenabile attrazione per quel Soundcloud che custodisce gelosamente il più recondito dei segreti: il reggaeton. Sì lo so non è serio, ma posso dire una cosa? #chissenefotte. Quando sta per partirmi il crOstA voglio Daddy Yankee, e poi voglio Carlos Baute e poi voglio Danza Kuduro. E finito il reggaeton, rapida virata verso la musica leggera italiana: Venditti, Laura Pausini. In alcune fasi, quelle più acute, si arriva a Massimo Ranieri, possibilmente nella variante E adesso andate via, voglio restare sola cantata a squarciagola. #sensacugnisiun

– Conseguente alla felice parentesi delle canzoni strappalacrime c’è solo una cosa. Quella cosa che ogni donna fa quando i clienti sono imbecilli (non è che sembrano, SONO ed è cosa ben peggiore), il pc non funziona, il cellulare si blocca, il pane non lievita perché hai messo troppa acqua e adesso sembra un soufflé informe molliccio. SHOPPING. Scarpe, ombretti, smalti Kiko, collant colorati. E poi libri. Libri come se non ci fosse un domani (e una libreria piena). Ma quali? Salta alla casella successiva!

– Ora voi vi direte vabeh questa si compra i tomazzi sulla vita di Steve Jobs o i saggi di Travaglio. Faccio coming-out: no niente del genere. Io quando sono arrabbiata desidero estraniarmi, abbrutirmi, attaccarmi alle pagine e divorarle una dopo l’altra come dolci: per questo compro LIBRI ROMANTICONI. Storie leggere, non alla Harmony ma nelle quali il profumo di lieto fine si sente dalla prima pagina, la dose di struggimenti di entrambi i sessi è da iperglicemia, e il finale culmina in un climax di matrimoni e figli. Possibilmente tre, biondi e scorrazzanti nella casa dei sogni.

– Al termine di una serata con un’incazzatura mica da ridere, la cosa di cui non potrei fare a meno è scrivere. E siccome Lui dice che quando sono ingrugnita zappo sulla tastiera e vuoi mai che il mio amato computer soffra… ORORE ORORE… scrivo su carta. Io, che i pensieri li snocciolo su questo blog, ho 25 agende sul Drive e 3700 file condivisi sul Dropbox. Io che tzè guarda quello col taccuino. Sì io oggi mi alzo in piedi e con coraggio dico al Mondo: vostr’onore QUESTO POST L’HO SCRITTO SU UN FOGLIO DI CARTA DELLA STAMPANTE.