Zerowaste e femminismo: due anime conciliabili?

Ve lo dico subito: per me la risposta è no. Non fraintendetemi: resterò sempre convinta che ridurre il nostro impatto ambientale sia una buona prassi, per la vita e per il portafogli. Ma.

La maggior parte delle pratiche zerowaste coinvolge le donne. E non per aiutarle. Mi piacerebbe che le guru zerowaste (le più note sono donne) usassero la propria voce per rivendicare politiche di distribuzione dei doveri ambientali che coinvolgano da vicino multinazionali e governi, responsabili da soli di moltissime emissioni nocive e sprechi colossali. Mi piacerebbe vederle organizzare manifestazioni, e stare lì in prima fila con i loro bei cartelloni, a metterci la faccia di fronte alle forze dell’ordine schierate. Mi piacerebbe vedere che si fanno portavoce di iniziative internazionali, sapete quelle con tanto di discorsi pubblici e articoli di giornale in cui si chiede a McMaretta un impegno concreto nel riconvertire tutti i contenitori in plastica entro il duemilaventisubito.

Mi piacerebbe ma non è così. Al contrario, il movimento zerowaste è principalmente concentrato sullo sforzo della singola persona e sulle sue abitudini, che devono cambiare per trainare altre/i e cambiare il Mondo. Sul serio ci crediamo Batman? Sul serio mi state dicendo che se 1 milione di persone smette di comprare lo yogurt in vasetto di plastica allora va tutto bene?

E infatti tutto bene non va. Nel suo libro – un cult per il movimento – “Zero rifiuti in casa. 100 astuzie per alleggerirsi la vita e risparmiare”, l’esperta Bea Johnson elenca ciò che chiunque si sia mai avvicinato allo zerowaste conosce a menadito: risparmiare, riutilizzare, ridurre, riciclare, rifiutare. Ma di preciso cosa ci viene detto che dobbiamo “risparmiare, riutilizzare, ridurre, riciclare e rifiutare” per “alleggerire”? Prodotti di vita quotidiana che coinvolgono da vicino principalmente l’universo femminile.

Esempi? Una marea. Detersivi fatti in casa (da una donna – e hai voglia a grattugiare il sapone di marsiglia, sì l’ho fatto), prodotti alla spina (comprati, non certamente con risparmio, da una donna), assorbenti lavabili (da una donna), coppette da sostituire agli assorbenti esterni ed interni (con apprendimento a cura della donna in questione). Pannolini lavabili (da una madre). Cucina mi raccomando varia e vegetale (se diventassi vegana meglio, ma va beh ti perdoniamo solo perché siamo magnanime) però solo verdura e frutta del mercato di stagione biologica certificata e portandoti da casa la sportina in stoffa. Carne e pesce idem. Formaggi e yogurt neanche a parlarne. Pausa pranzo rigorosamente in baracchino, preparata (da una donna) a casa.

Come come? Lavori 8 ore al giorno, hai 2 figli in età scolare e il c***o di mercato c’è solo al mattino quindi non ci puoi andare? MALE. Molto male. Non ci credi abbastanza, non ci stai provando bene. Se volessi davvero, tutto è possibile. Guarda la Johnson: lei ha due figli ormai adolescenti ma suggerisce a te di non metterli proprio i pannolini ai pargoli, ché la Eliminazione Comunicazione si sa è praticissima per una mamma, visto che è solo una mucca e una lavandaia. Per fortuna ancora nessuna è arrivata a dire che le badanti che si occupano dei nostri anziani/e dovrebbero usare pannoloni da adulti lavabili: si vedrebbe troppo bene quanto classiste e maschiliste siano idee del genere.

E poi via. Tagliare. Minimalismo. Via tutto quel che riguarda, di nuovo casualmente, l’universo femminile della bellezza: cioè mi viene detto dalla società in cui sono immersa fino al collo che devo essere “presentabile” e “bella” ma poi qui mi si dice che la manicure no, la tinta se non è henné naturalissimo no, la lametta no a meno che non sia in metallo (scivolosa, costosa e taglientissima, per chi non l’avesse mai provata – io sì), ceretta no, il reggiseno no anche se poi devo andare in ufficio e non mi sento a mio agio. Come dentifricio una bella spruzzata di bicarbonato: se la dentista ti dice che è un filino aggressivo è solo una sporca venduta alle BigggFarma.

Spulciando il blog della giovane guru di turno troverai 470 suggerimenti di bellezza zero-sprechi. Foto patinate bellissime, tanta luce naturale, verdi brillanti. Poi ti accorgerai che si tratta di una 30enne senza imperfezioni sul viso, senza problemi di acne né cicatrici né capelli bianchi, con un corpo magrissimo e super ultra conforme ai canoni di bellezza moderna. E d’un tratto sentirai quel sottile, impercettibile sex toy abilista in legno (sì, devi sostituire anche quello cosa credevi sporcacciona) che ti prende per il c**o.

Sui preservativi meglio che non mi esprimo come vorrei o mi denunciano. Perché se io leggo che siccome sono di plastica i preservativi meglio non usarli, che i “rimedi naturali” sono “meglio per te e per l’ambiente”, che è meglio prendere la pillola (scaricando di nuovo ogni onere sulle spalle di una donna) SBROCCO MALAMENTE.

Tutto questo suona giusto? Non hai ancora visto niente. Aspetta di trovarti in un negozio dell’usato per scegliere l’abbigliamento per i tuoi figli/e. Ah non c’è la misura? MALE. La città è piena di negozi second hand e tu non trovi il grembiulino verde a quadretti che chiede la scuola materna? Mettiti a cercare, e muoviti in bus anche se vieni da Frabosa Soprana con le sportine di stoffa mi raccomando: se no riparti dal via col +1 sul senso di colpa. E poi c’è il Natale, ORRORE DEGLI ORRORI: come diavolo farai a trovare il camper di Barbie usato? E le dannate piste delle Hot Wheels ce le avranno? Inutile cercare tra i consueti post della guru: lei figli/e non ne ha e vive a New York o in California, povera sfigata che non sei altro.

Bon, quest’anno Babbo Natale risolve facile. Un contenitore in vetro. Vuoto. Perché le brave bambine imparano il minimalismo sin da piccole. E via a salvare il Mondo, proprio come Batman, ancora solitarie e cariche, di responsabilità più che di regali.

Potrebbero interessarti anche:

Attualità – Anche i grandi brand scoprono lo zerowaste

3 modi per usare Amazon se sei un* zerowaster pigr*

Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach Torino: cos’è la body shape

Oggi parliamo di body shape.
Pera, Mela, Rettangolo, Ovale e Clessidra sono le tipologie fisiche che ho studiato durante la mia formazione di consulente di immagine. L’errata convinzione che la nostra taglia e il nostro peso possano influenzare il nostro stile e il guardaroba è invece ciò che ho constatato (purtroppo) in anni di consulenze.

body shape torino consulente immagine

La nostra forma non ha nulla a che vedere con la nostra taglia, e mi auguro che questo post possa definitivamente chiarire le idee o, perché no, farle cambiare!

Dimentichiamo bilance, taglie e peso e cominciamo a consapevolizzare la prima parola magica: baricentro.

Guardiamo insieme questa foto.

body shape torino consulente immagine

Baricentro alto: busto più corto confronto alle gambe.
Baricentro centrato: busto e gambe proporzionate.
Baricentro basso: busto più lungo rispetto alle gambe.

Sono tutte alte uguali, ma ad ognuna il suo baricentro.

Otticamente noteremo come la bambolina con il costume rosso sembrerà più bassa, ma in realtà è alta come le altre. Il peso non c’entra nulla. È questione di proporzioni: ed ecco svelata la seconda parola magica.

Vedremo ora come alcune body shape presentino una parte del corpo preponderante, ovvero dove di solito si accumula il peso (Pera e Mela spesso hanno una taglia di differenza tra quella di reggiseno e quella degli slip), mentre altre saranno più omogenee e a distinguerle sarà il loro punto vita più o meno segnato (Clessidra, Rettangolo e Ovale).

Avete voglia di scoprire la vostra body shape?
Provate a rispondere a queste domande.

body shape torino consulente immagine

Fatto? Ora entriamo nel dettaglio!

BODY SHAPE MELA
Alla domanda: “Se prendi peso dove accumuli i chili?” lei risponderà “Sopra!” toccando il torace. Spesso la taglia del reggiseno è maggiore di quella degli slip. Se prende peso i chili si localizzano su addome, seno, braccia e parte alta della schiena. La cassa toracica predomina. Il punto vita è poco definito e di profilo il sedere è poco pronunciato. Le gambe magre e ben definite sono il suo punto di forza.

BODY SHAPE PERA
Alla domanda: “Se prendi peso dove accumuli i chili?” Lei risponderà “Sotto!” toccandosi i fianchi. Nella maggior parte dei casi la taglia dei pantaloni è più grande rispetto alla maglieria. Se prende peso i chili si localizzano su gambe e glutei. Infatti anche nelle silhouette più sottili, i fianchi risultano tipicamente ad anfora mentre la parte superiore è ossuta. La taglia di reggiseno è minuta. Di profilo predomina il gluteo confronto alla cassa toracica. La vita stretta e l’addome tendenzialmente piatto sono i suoi punti di forza.

BODY SHAPE CLESSIDRA
Alla domanda: “Se prendi peso dove accumuli i chili?” lei non risponde. Ci pensa. Perché la Clessidra tende a prendere o perdere peso in modo uniforme. Seno e fianchi sono ben proporzionati, il tutto definito da un punto vita sottile e ben segnato. Queste proporzioni valgono sia per i corpi più esili sia per le curvy. Di profilo seno e sedere, tipicamente arrotondati, disegneranno una “S”.

BODY SHAPE OVALE
Sia la parte superiore che la parte inferiore sono equilibrate. Il peso è distribuito in modo omogeneo e non localizzato su un solo punto. La silhouette è tipicamente morbida, con braccia tornite. In questo caso il punto vita non è definito. Drappeggi e linee trasversali aiuteranno ad allungare la figura.

BODY SHAPE RETTANGOLO
Anche in questo caso la parte superiore e la parte inferiore del corpo sono equilibrate. Si tratta di una figura androgina con poche curve, che può presentarsi con una struttura più muscolosa o più ossuta. Il bacino è stretto e il seno è minuto. Di profilo sedere e seno saranno poco pronunciati. Tipicamente il punto vita è poco definito.

Sei riuscita a scoprire la tua Body Shape?

Spero di sì!
Non perderti il post di settimana prossima: vedremo outfit e capsules specifiche per ogni body shape.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

firma-di-matteo-untraditional-style-coach

Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach Torino: armocromia e colori

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come si costruisce un guardaroba zerowaste. Abbiamo scoperto il magico potere delle capsule wardrobes e abbiamo stilato le 4 regole per possedere un guardaroba completo, essenziale e senza tempo.

Rivediamole insieme:

1 – Scoprire la propria Palette

2 – Individuare la propria Body Shape

3 – Suddivisione del proprio guardaroba

4 – Costruzione di più capsules

Oggi approfondiamo la regola 1

La propria Palette di riferimento si scopre grazie all’armocromia. Utilizzata da anni dalle stylist di Hollywood, l’armocromia è il primo imprescindibile step della consulenza di immagine: identificare la propria Palette personale è fondamentale nella scelta di abiti e accessori, ma anche di capelli e make up. Il suo scopo è quello di valorizzare la combinazione pelle-occhi-capelli, facendoci apparire subito più armoniose e raggianti.


Una seduta di Analisi del Colore è un’esperienza divertente e non invasiva. Si conclude con un omaggio della propria palette personalizzata. Non è un’analisi semplice: richiede tecnica, esperienza, materiali professionali (i drappi) e va fatta necessariamente dal vivo, con luce naturale, senza trucco né abbronzatura.

Prima di assegnare le Palette alle tipologie di persone, partiamo da un presupposto: il nome che viene dato a queste quattro categorie non c’entra con il vostro mese di nascita o con il guardaroba estivo o invernale. Semplicemente, esse si ispirano ai colori della natura nelle quattro fasi dell’anno in cui la luce solare è più calda (Primavera/Autunno) o più fredda (Inverno/Estate).

PRIMAVERA

armocromia torino

INCARNATO: caldo

VALORE: chiaro

INTENSITÀ: alta

Qui la parola d’ordine è intensità. È la palette dai colori forti, raggianti e luminosi. Volete spegnere il volto di una Primavera? Fatele indossare il grigio e il nero.

ESTATE

armocromia torino

SOTTOTONO:  freddo

VALORE: chiaro

INTENSITÀ: bassa

Siamo nella Palette più delicata di tutte. Le tonalità pastello, cipria e madreperla donano al viso armonia ed eleganza. Un colore particolarmente vivace per loro potrebbe essere troppo aggressivo, soprattutto nelle sfumature calde e aranciate.

AUTUNNO

armocromia torino

SOTTOTONO: caldo

VALORE: scuro

INTENSITÀ: bassa

Anche la Palette autunno è caratterizzata da intensità medio-bassa. Le tonalità dei boschi autunnali e i colori  delle spezie valorizzano questa palette illuminata da tutto ciò che sarà color oro e ramato (capelli compresi).

INVERNO

armocromia torino

SOTTOTONO: freddo

VALORE: scuro

INTENSITÀ: alta

È la stagione più diffusa, almeno dalle nostre parti, ed è l’unica Palette a contemplare il tanto amato nero. Brilla grazie all’argento, arancione e beige sono i suoi acerrimi nemici.

Cambiare il vostro approccio ai colori vi consentirà di migliorare il vostro guardaroba in ottica zerowaste.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

firma-di-matteo-untraditional-style-coach