Nel mondo del marketing e della comunicazione, il ruolo del copywriter si sta trasformando. Se fino a pochi anni fa bastava scrivere bene, oggi servono competenze trasversali, agilità tecnologica e una forte dose di autenticità. Ecco le principali tendenze per il 2026.
- Collaborazione uomo-macchina: l’IA come alleata, non sostituta
L’uso di strumenti di generazione automatica (come modelli di linguaggio e sistemi di assistenza) è ormai diffuso, anche nel copywriting. Ma la vera chiave è saper integrare la tecnologia con la creatività e la sensibilità umana.
In pratica: l’IA può redigere una bozza, suggerire titoli, aiutare nell’analisi dei dati e nella personalizzazione su scala; il copywriter aggiunge tono di voce, storytelling, contesto e vera rilevanza per il target. - Personalizzazione avanzata (e dinamica)
Nel 2026 non basta più inserire il nome del destinatario o fare un taglio unico: la personalizzazione va in tempo reale, con messaggi adattati a comportamenti, micro-segmenti, momenti di vita degli utenti.
Questo comporta che le/i copywriter devono comprendere non solo il prodotto, ma il flusso, il “micro-momento”, e saper scrivere varianti di copy che risuonino con segmenti specifici. - Ottimizzazione per la voce e il linguaggio conversazionale
Con la diffusione degli assistenti vocali, della ricerca vocale e dei dispositivi smart, il tono del messaggio si fa più conversazionale. I contenuti devono rispondere a domande naturali, usare frasi più colloquiali (ad esempio Cosa è meglio comprare per questa esigenza piuttosto che Migliore prodotto taldeitali).
Questo significa che il copywriting deve uscire dallo schema rigido dei titoli SEO tradizionali e abbracciare la lingua parlata, i dubbi reali dell’utente, la promessa chiara. - Storytelling autentico + etica + trasparenza
Gli/le utenti sono diventati più critici, informati e selettivi: vogliono marchi che siano coerenti, trasparenti, autentici. Nel 2026 il racconto del brand, le sue storie, il suo impegno sociale o sostenibile diventano parte integrante del copy.
La/il copywriter deve dunque saper integrare nei messaggi elementi di valore, di coerenza, i perché del brand, evitando la retorica vuota. - Contenuti immersivi, interattivi e micro-copy strategico
Il pubblico non vuole solo leggere: vuole partecipare. Trend come quiz, sondaggi, contenuti navigabili, microcopy (es. CTA, messaggi di errore, tooltip) e UX writing stanno diventando centrali.
Questo significa che il copywriting non è più solo “testo lungo” ma anche “micro-testo” strategico: ciò che appare nei momenti di errore, nei form, nelle interazioni più insignificanti, fa la differenza. - SEO e contenuti che non spammano più
Nel 2026 le strategie della vecchia scuola (keyword stuffing, contenuti generici) non funzionano più. Lo so: era più semplice calcolarsi la densità di keywords e poi procedere con la scrittura sapendo che saresti andata a colpo sicuro, ottenendo buoni risultati, ma quel copy non esiste più.
Serve creare contenuti utili, originali, ben strutturati, che rispondano a una domanda reale. La/il copywriter oggi deve abbinare la SEO a utilità, profondità e qualità.
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