Segreti di una zerowaster cinica.

“Uno stile di vita less waste è per fricchettone, vegane, vegetariane, gattare”.

Giuro ne ho lette e sentite di cazzate, nessuna delle quali è vera. Senza naturalmente togliere nulla ai suddetti stili di vita, si può essere zerowaster senza rispettare alcun vincolo stereotipato.

“Uno stile di vita less waste è per gente ricca, perché certi prodotti sono cari”.

Ok, questa è già meno cazzata della precedente, ma é vera solo in parte. Si può, avendone la disponibilità economica, scegliere prodotti cari in negozi piccoli. Altrettanto si può diventare zerowaster per risparmiare ed attuare scelte quotidiane in questo senso: da una selezione più accurata dei prodotti al supermercato alla semplice astensione della spesa e conseguente minimalismo.

“Uno stile di vita less waste è per gente single, senza figli, con un sacco di tempo a disposizione”.

Avete presente Amazon amiche? Non è il male assoluto: se usato con cervello vi aiuta, se siete mamme impegnate o vivete in piccole province e non avete l’auto. Anche durante la spesa al mercato o supermercato si trovano cose utili, i grandi brand si stanno orientando al target zerowaste con nuove offerte interessanti.

Potrebbe piacerti anche:

Anche i grandi brand beauty scoprono lo zerowaste

Zerowaste e femminismo: due anime conciliabili?

Cucina zerowaste stile piemontese: 3 ricette da provare.

Ecco 3 idee per utilizzare ingredienti locali, preparare una cenetta non banale e ridurre al minimo gli sprechi. Non sono una foodblogger, quindi ogni consiglio è ben accetto 😉

L’importanza della cucina Zero Waste

In Piemonte, lo stile di vita zerowaste può fondersi perfettamente con la ricca tradizione culinaria della regione, basata su ingredienti locali di alta qualità. Non servono lunghissime liste della spesa: molti ingredienti qui di seguito sono già presenti nella vostra dispensa.

Risotto alle Erbe di Campo

Il Piemonte è famoso per le sue erbe aromatiche spontanee. Per preparare un delizioso risotto zerowaste, iniziate raccogliendo erbe di campo come l’ortica, il tarassaco e il finocchio selvatico. Queste erbe, ricche di sapore e nutrienti, daranno al vostro piatto un tocco rustico.

Ingredienti:

  • 250g di riso Carnaroli
  • Erbe di campo (ortica, tarassaco, finocchio selvatico)
  • Brodo vegetale fatto in casa
  • Cipolla
  • Olio d’oliva
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Iniziate soffriggendo la cipolla in olio d’oliva fino a quando diventa trasparente.
  2. Aggiungete il riso e tostatelo per alcuni minuti.
  3. Aggiungete gradualmente il brodo vegetale e le erbe di campo tritate.
  4. Continuate a mescolare e aggiungere il brodo fino a quando il riso è cotto.
  5. Aggiustate di sale e pepe, servite caldo.

Polenta con Funghi Porcini

La polenta con funghi porcini è un classico piatto piemontese che combina la semplicità con il sapore straordinario dei funghi raccolti nei boschi della regione.

Ingredienti:

  • Farina di mais
  • Funghi porcini freschi
  • Burro
  • Aglio
  • Prezzemolo fresco
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Preparate la polenta seguendo le istruzioni sulla confezione.
  2. Nel frattempo, pulite e tagliate i funghi porcini a fette.
  3. In una padella, fate sciogliere il burro e aggiungete l’aglio tritato.
  4. Aggiungete i funghi e cuoceteli fino a quando sono dorati.
  5. Servite la polenta calda con i funghi, una spolverata di prezzemolo e una generosa macinata di pepe nero.

Panna Cotta alla Lavanda con Miele

Concludiamo il nostro viaggio culinario con un dolce delizioso e profumato. La lavanda cresce abbondantemente nel Piemonte, e questa panna cotta vi farà assaporare il suo aroma unico.

Ingredienti:

  • Panna fresca
  • Zucchero
  • Fiori di lavanda essiccati
  • Gelatina in fogli
  • Miele locale

Preparazione:

  1. Riscaldare la panna con i fiori di lavanda essiccati e lo zucchero fino a quando il composto è profumato.
  2. Filtrare la panna per rimuovere i fiori di lavanda e sciogliere la gelatina in fogli nel composto caldo.
  3. Versare la panna cotta nei contenitori desiderati e lasciarla raffreddare in frigorifero.
  4. Prima di servire, aggiungere un cucchiaino di miele locale sopra ogni panna cotta.

La cucina zerowaste in Piemonte non solo riduce gli sprechi alimentari ma celebra anche la ricchezza degli ingredienti locali. Preparando piatti come il risotto alle erbe di campo, la polenta con funghi porcini e la panna cotta alla lavanda con miele, potrete gustare il meglio che questa regione ha da offrire, rispettando l’ambiente e la tradizione culinaria.

Potrebbe interessarti anche:

Recensione ristoranti: Villa Crespi – Cannavacciuolo

5 piole a Torino

Shopping zerowaste su Vinted: ecco cosa ho capito.

In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della sostenibilità, l’adozione di uno stile di vita zerowaste sta guadagnando terreno. Questo approccio non si limita solo a ridurre gli sprechi nella tua cucina, ma si estende anche al tuo guardaroba. Oggi voglio parlarti di come puoi abbinare lo shopping su Vinted, una piattaforma di seconda mano, al tuo impegno per ridurre gli sprechi e vivere in modo più sostenibile.

Perché Vinted?

Vinted è un mercato online che consente alle persone di acquistare e vendere abbigliamento e accessori usati. Questo non solo ti permette di risparmiare denaro, ma anche di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione di nuovi vestiti. Da circa 4 mesi testo Vinted ed ecco alcuni consigli pratici su come sfruttare al meglio questa piattaforma per adottare uno stile di vita zero waste.

Esplora il Mondo dell’Usato

Inizia a esplorare Vinted alla ricerca di capi di abbigliamento di seconda mano. Troverai una vasta gamma di opzioni, dalla moda vintage a pezzi di alta qualità a prezzi accessibili. Riduci la tua impronta ecologica scegliendo il riuso anziché l’acquisto di nuovi prodotti. Non serve essere minimal: ce n’è per tutti i gusti, compresi i grandi brand di alta moda.

Vendere per Riciclare

Non dimenticare di dare una seconda vita ai tuoi vecchi abiti. Usa Vinted per vendere gli indumenti che non indossi più. In questo modo, contribuirai alla catena del riciclo e farai spazio nel tuo armadio per capi che ami davvero. Non dimenticarti di dedicare particolare cura alle foto che scatti ai tuoi capi.

Compra in Modo Intelligente

Quando fai acquisti su Vinted, cerca capi che si adattino al tuo stile di vita e al tuo guardaroba esistente. In questo modo, ridurrai al minimo gli sprechi e garantirai che ogni acquisto sia un investimento.

Attenzione alla Qualità

Scegli sempre capi di alta qualità che resistano nel tempo. Questo significa che non solo dureranno più a lungo, ma avrai anche meno bisogno di sostituirli, riducendo così gli sprechi e il consumo di risorse.

Manutenzione Adeguata

Prenditi cura dei tuoi vestiti in modo adeguato. Segui le istruzioni per il lavaggio e la cura dei tessuti per garantire che durino il più a lungo possibile. Chiedi informazioni alla venditrice/venditore.

Fai Scelte Informate

Quando effettui un acquisto, pensa al ciclo di vita del prodotto. Chiediti se sarà utile per lungo tempo o se diventerà presto obsoleto. Scegli con saggezza per contribuire a ridurre gli sprechi.

Uno stile di vita zerowaste e lo shopping su Vinted possono andare di pari passo. Sfrutta questa opportunità per ridurre gli sprechi nel tuo guardaroba e motìvati a vivere in modo più sostenibile. Ogni piccolo passo conta quando si tratta di preservare il nostro pianeta, quindi inizia oggi a fare scelte più consapevoli nel mondo della moda. Sia che tu stia cercando pezzi vintage unici o capi di tendenza a prezzi convenienti, Vinted è il tuo alleato per uno stile di vita sostenibile e alla moda.

Ti potrebbe interessare anche:

Zerowaste e femminismo: due anime conciliabili?

Guardaroba zerowaste: cos’è e come si costruisce.

Zerowaste e femminismo: due anime conciliabili?

Ve lo dico subito: per me la risposta è no. Non fraintendetemi: resterò sempre convinta che ridurre il nostro impatto ambientale sia una buona prassi, per la vita e per il portafogli. Ma.

La maggior parte delle pratiche zerowaste coinvolge le donne. E non per aiutarle. Mi piacerebbe che le guru zerowaste (le più note sono donne) usassero la propria voce per rivendicare politiche di distribuzione dei doveri ambientali che coinvolgano da vicino multinazionali e governi, responsabili da soli di moltissime emissioni nocive e sprechi colossali. Mi piacerebbe vederle organizzare manifestazioni, e stare lì in prima fila con i loro bei cartelloni, a metterci la faccia di fronte alle forze dell’ordine schierate. Mi piacerebbe vedere che si fanno portavoce di iniziative internazionali, sapete quelle con tanto di discorsi pubblici e articoli di giornale in cui si chiede a McMaretta un impegno concreto nel riconvertire tutti i contenitori in plastica entro il duemilaventisubito.

Mi piacerebbe ma non è così. Al contrario, il movimento zerowaste è principalmente concentrato sullo sforzo della singola persona e sulle sue abitudini, che devono cambiare per trainare altre/i e cambiare il Mondo. Sul serio ci crediamo Batman? Sul serio mi state dicendo che se 1 milione di persone smette di comprare lo yogurt in vasetto di plastica allora va tutto bene?

E infatti tutto bene non va. Nel suo libro – un cult per il movimento – “Zero rifiuti in casa. 100 astuzie per alleggerirsi la vita e risparmiare”, l’esperta Bea Johnson elenca ciò che chiunque si sia mai avvicinato allo zerowaste conosce a menadito: risparmiare, riutilizzare, ridurre, riciclare, rifiutare. Ma di preciso cosa ci viene detto che dobbiamo “risparmiare, riutilizzare, ridurre, riciclare e rifiutare” per “alleggerire”? Prodotti di vita quotidiana che coinvolgono da vicino principalmente l’universo femminile.

Esempi? Una marea. Detersivi fatti in casa (da una donna – e hai voglia a grattugiare il sapone di marsiglia, sì l’ho fatto), prodotti alla spina (comprati, non certamente con risparmio, da una donna), assorbenti lavabili (da una donna), coppette da sostituire agli assorbenti esterni ed interni (con apprendimento a cura della donna in questione). Pannolini lavabili (da una madre). Cucina mi raccomando varia e vegetale (se diventassi vegana meglio, ma va beh ti perdoniamo solo perché siamo magnanime) però solo verdura e frutta del mercato di stagione biologica certificata e portandoti da casa la sportina in stoffa. Carne e pesce idem. Formaggi e yogurt neanche a parlarne. Pausa pranzo rigorosamente in baracchino, preparata (da una donna) a casa.

Come come? Lavori 8 ore al giorno, hai 2 figli in età scolare e il c***o di mercato c’è solo al mattino quindi non ci puoi andare? MALE. Molto male. Non ci credi abbastanza, non ci stai provando bene. Se volessi davvero, tutto è possibile. Guarda la Johnson: lei ha due figli ormai adolescenti ma suggerisce a te di non metterli proprio i pannolini ai pargoli, ché la Eliminazione Comunicazione si sa è praticissima per una mamma, visto che è solo una mucca e una lavandaia. Per fortuna ancora nessuna è arrivata a dire che le badanti che si occupano dei nostri anziani/e dovrebbero usare pannoloni da adulti lavabili: si vedrebbe troppo bene quanto classiste e maschiliste siano idee del genere.

E poi via. Tagliare. Minimalismo. Via tutto quel che riguarda, di nuovo casualmente, l’universo femminile della bellezza: cioè mi viene detto dalla società in cui sono immersa fino al collo che devo essere “presentabile” e “bella” ma poi qui mi si dice che la manicure no, la tinta se non è henné naturalissimo no, la lametta no a meno che non sia in metallo (scivolosa, costosa e taglientissima, per chi non l’avesse mai provata – io sì), ceretta no, il reggiseno no anche se poi devo andare in ufficio e non mi sento a mio agio. Come dentifricio una bella spruzzata di bicarbonato: se la dentista ti dice che è un filino aggressivo è solo una sporca venduta alle BigggFarma.

Spulciando il blog della giovane guru di turno troverai 470 suggerimenti di bellezza zero-sprechi. Foto patinate bellissime, tanta luce naturale, verdi brillanti. Poi ti accorgerai che si tratta di una 30enne senza imperfezioni sul viso, senza problemi di acne né cicatrici né capelli bianchi, con un corpo magrissimo e super ultra conforme ai canoni di bellezza moderna. E d’un tratto sentirai quel sottile, impercettibile sex toy abilista in legno (sì, devi sostituire anche quello cosa credevi sporcacciona) che ti prende per il c**o.

Sui preservativi meglio che non mi esprimo come vorrei o mi denunciano. Perché se io leggo che siccome sono di plastica i preservativi meglio non usarli, che i “rimedi naturali” sono “meglio per te e per l’ambiente”, che è meglio prendere la pillola (scaricando di nuovo ogni onere sulle spalle di una donna) SBROCCO MALAMENTE.

Tutto questo suona giusto? Non hai ancora visto niente. Aspetta di trovarti in un negozio dell’usato per scegliere l’abbigliamento per i tuoi figli/e. Ah non c’è la misura? MALE. La città è piena di negozi second hand e tu non trovi il grembiulino verde a quadretti che chiede la scuola materna? Mettiti a cercare, e muoviti in bus anche se vieni da Frabosa Soprana con le sportine di stoffa mi raccomando: se no riparti dal via col +1 sul senso di colpa. E poi c’è il Natale, ORRORE DEGLI ORRORI: come diavolo farai a trovare il camper di Barbie usato? E le dannate piste delle Hot Wheels ce le avranno? Inutile cercare tra i consueti post della guru: lei figli/e non ne ha e vive a New York o in California, povera sfigata che non sei altro.

Bon, quest’anno Babbo Natale risolve facile. Un contenitore in vetro. Vuoto. Perché le brave bambine imparano il minimalismo sin da piccole. E via a salvare il Mondo, proprio come Batman, ancora solitarie e cariche, di responsabilità più che di regali.

Potrebbero interessarti anche:

Attualità – Anche i grandi brand scoprono lo zerowaste

3 modi per usare Amazon se sei un* zerowaster pigr*

Anche i grandi brand beauty scoprono lo zerowaste

Era solo questione di tempo: i grandi marchi internazionali del settore beauty hanno compreso le potenzialità dello zerowaste (anche se – come sapete – preferisco definirlo lesswaste).

Il che significa due cose per noi.

Uno: buone notizie per il nostro stile di vita. Finalmente abbiamo un accesso un po’ più semplice e diretto a prodotti come shampoo solidi o saponi viso plastic-free.

Un accesso che possibilmente non preveda chilometri (magari in bicicletta) per raggiungere un negozietto piccino picciò lontano 27 km, portandoti nello zaino contenitori in vetro per prodotti alla spina che nel tragitto di ritorno si ribalteranno, rovesciando il prezioso contenuto – neanche troppo economico, diciamocelo – ovunque, bici e maglietta comprese.

Non me ne vogliano i negozi piccoli, che amo da sempre, ma se vogliamo davvero diffondere stili di vita diversi dobbiamo facilitare le scelte. Renderle comode, a portata di mano. Letteralmente.

Due: buone notizie per il nostro portafogli. Grazie all’aumento delle opzioni di scelta, anche chi ha budget controllati può investire in prodotti di uso quotidiano che contengono meno imballaggi in plastica. E a questo proposito.

Ho provato due prodotti delle brutte e sporche multinazionali. Che neanche mi pagano per parlarvene, blogger sfigata.

  • Detergente Viso Solido Nivea Naturally Clean. Imballata nella sola carta, la saponetta è disponibile in versione Olio di Mandorla e Mirtillo, Estratto di Rosa e Vitamina E, Carbone Attivo. Se siete vegan, va bene anche per voi. Non mi chiedete INCI: le mie competenze in materia di chimica non mi rendono abbastanza autorevole da fornire opinioni. Al netto dei soliti aggettivi-glitter “Illuminante” e “Rinfrescante” (se uso l’acqua calda per lavarmi la faccia, mi rinfrescherà ancora?) lo trovo un buon prodotto. Ho la pelle del viso mista a tendenza grassa, e fa il suo lavoro. Lo trovate nei supermercati, su Amazon, da Tigotà: io l’ho comprato al Carrefour ed era anche in offerta. Son sempre soddisfazioni.
  • Garnier Ultra Dolce Shampoo Solido. Anche questo shampoo lo trovate nei supermercati o su Amazon. E anche lui pattina sorridente sul tappeto di supercazzole tipiche del marketing beauty: “Idratante”, “Ricostituente” (come lo sciroppo al propoli che ti dava la nonna alle elementari per prevenire il raffreddore, ma spalmato sui capelli. cose che voi umani!). Ho i capelli spessi e crespi, quindi ho deciso di usare la versione al Cocco e Aloe: ha un buon profumo e fa il suo lavoro.

In chiusura, vi segnalo una cosa importante: fate attenzione agli imballaggi farlocchi. Alcune marche propongono prodotti solidi imballati in carta solo all’esterno: una volta aperti, vi ritroverete – ad esempio – pellicole in plastica. Leggete molto bene le recensioni o toccate i prodotti con mano prima dell’acquisto.

Ti potrebbe interessare anche:

3 piccole cose #zerowaste che puoi fare oggi a costo zero

Terme e hammam a Torino: i miei 3 preferiti

3 modi per usare Amazon se sei un* zerowaster pigr*

Chi dice che le/gli zerowaster debbano necessariamente snobbare Amazon? Possiamo usarlo (non abusarne) a nostro favore, con criterio e senza sminuire i nostri valori.

Ecco cosa ho scoperto di interessante e come può esserti utile.

  • Libri usati. Torino dispone di un’ottima rete di biblioteche civiche e bibliobus, che raggiungono ogni quartiere della città almeno una volta a settimana. Tuttavia, capita che alcune delle uscite più recenti non siano ancora disponibili in catalogo BCT quando ci servono, magari con urgenza o per motivi di lavoro. Quindi, una buona idea è spulciare online: su Amazon, una volta ricercati autore o titolo desiderato, è disponibile l’opzione Confronta Nuovo e Usato.
  • Vetrine digitali di negozi fisici e piccole imprese. Spesso i piccoli punti vendita (erboristerie, negozi di oggettistica e accessori, parafarmacie, librerie dell’usato, cartolerie) o le PMI delle più svariate categorie non dispongono di budget a sufficienza per mettere in piedi un ecommerce indipendente, perciò decidono di aprire una vetrina su Amazon. Facendo clic su Visita lo Store o – scrollando verso il basso nella pagina prodotto – su Venditore, puoi sempre scoprire da dove proviene quello che compri e scegliere consapevolmente.
  • Made in Italy. Se sei alla ricerca di idee regalo o alternative nazionali di prodotti che compri abitualmente, la vetrina Made in Italy di Amazon può aiutarti. Basta digitare Made in Italy nella barra di ricerca e selezionare la categoria desiderata. Sono disponibili anche i Percorsi Regionali: per ciascuna Regione d’Italia troverai eccellenze, idee regali ma anche prodotti di uso quotidiano. Qualche esempio per il Piemonte? Vini, liquori, gioielli d’artista e – che ve lo dico a fare – creme spalmabili dolci 😀

Ti potrebbe interessare anche:

Shopping Zerowaste: come si fa e dove a Torino

#shopyourcloset: come ottimizzare e rinnovare il guardaroba che hai già

Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach Torino: cos’è la body shape

Oggi parliamo di body shape.
Pera, Mela, Rettangolo, Ovale e Clessidra sono le tipologie fisiche che ho studiato durante la mia formazione di consulente di immagine. L’errata convinzione che la nostra taglia e il nostro peso possano influenzare il nostro stile e il guardaroba è invece ciò che ho constatato (purtroppo) in anni di consulenze.

body shape torino consulente immagine

La nostra forma non ha nulla a che vedere con la nostra taglia, e mi auguro che questo post possa definitivamente chiarire le idee o, perché no, farle cambiare!

Dimentichiamo bilance, taglie e peso e cominciamo a consapevolizzare la prima parola magica: baricentro.

Guardiamo insieme questa foto.

body shape torino consulente immagine

Baricentro alto: busto più corto confronto alle gambe.
Baricentro centrato: busto e gambe proporzionate.
Baricentro basso: busto più lungo rispetto alle gambe.

Sono tutte alte uguali, ma ad ognuna il suo baricentro.

Otticamente noteremo come la bambolina con il costume rosso sembrerà più bassa, ma in realtà è alta come le altre. Il peso non c’entra nulla. È questione di proporzioni: ed ecco svelata la seconda parola magica.

Vedremo ora come alcune body shape presentino una parte del corpo preponderante, ovvero dove di solito si accumula il peso (Pera e Mela spesso hanno una taglia di differenza tra quella di reggiseno e quella degli slip), mentre altre saranno più omogenee e a distinguerle sarà il loro punto vita più o meno segnato (Clessidra, Rettangolo e Ovale).

Avete voglia di scoprire la vostra body shape?
Provate a rispondere a queste domande.

body shape torino consulente immagine

Fatto? Ora entriamo nel dettaglio!

BODY SHAPE MELA
Alla domanda: “Se prendi peso dove accumuli i chili?” lei risponderà “Sopra!” toccando il torace. Spesso la taglia del reggiseno è maggiore di quella degli slip. Se prende peso i chili si localizzano su addome, seno, braccia e parte alta della schiena. La cassa toracica predomina. Il punto vita è poco definito e di profilo il sedere è poco pronunciato. Le gambe magre e ben definite sono il suo punto di forza.

BODY SHAPE PERA
Alla domanda: “Se prendi peso dove accumuli i chili?” Lei risponderà “Sotto!” toccandosi i fianchi. Nella maggior parte dei casi la taglia dei pantaloni è più grande rispetto alla maglieria. Se prende peso i chili si localizzano su gambe e glutei. Infatti anche nelle silhouette più sottili, i fianchi risultano tipicamente ad anfora mentre la parte superiore è ossuta. La taglia di reggiseno è minuta. Di profilo predomina il gluteo confronto alla cassa toracica. La vita stretta e l’addome tendenzialmente piatto sono i suoi punti di forza.

BODY SHAPE CLESSIDRA
Alla domanda: “Se prendi peso dove accumuli i chili?” lei non risponde. Ci pensa. Perché la Clessidra tende a prendere o perdere peso in modo uniforme. Seno e fianchi sono ben proporzionati, il tutto definito da un punto vita sottile e ben segnato. Queste proporzioni valgono sia per i corpi più esili sia per le curvy. Di profilo seno e sedere, tipicamente arrotondati, disegneranno una “S”.

BODY SHAPE OVALE
Sia la parte superiore che la parte inferiore sono equilibrate. Il peso è distribuito in modo omogeneo e non localizzato su un solo punto. La silhouette è tipicamente morbida, con braccia tornite. In questo caso il punto vita non è definito. Drappeggi e linee trasversali aiuteranno ad allungare la figura.

BODY SHAPE RETTANGOLO
Anche in questo caso la parte superiore e la parte inferiore del corpo sono equilibrate. Si tratta di una figura androgina con poche curve, che può presentarsi con una struttura più muscolosa o più ossuta. Il bacino è stretto e il seno è minuto. Di profilo sedere e seno saranno poco pronunciati. Tipicamente il punto vita è poco definito.

Sei riuscita a scoprire la tua Body Shape?

Spero di sì!
Non perderti il post di settimana prossima: vedremo outfit e capsules specifiche per ogni body shape.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

firma-di-matteo-untraditional-style-coach

Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach Torino: armocromia e colori

Nell’articolo precedente abbiamo parlato di come si costruisce un guardaroba zerowaste. Abbiamo scoperto il magico potere delle capsule wardrobes e abbiamo stilato le 4 regole per possedere un guardaroba completo, essenziale e senza tempo.

Rivediamole insieme:

1 – Scoprire la propria Palette

2 – Individuare la propria Body Shape

3 – Suddivisione del proprio guardaroba

4 – Costruzione di più capsules

Oggi approfondiamo la regola 1

La propria Palette di riferimento si scopre grazie all’armocromia. Utilizzata da anni dalle stylist di Hollywood, l’armocromia è il primo imprescindibile step della consulenza di immagine: identificare la propria Palette personale è fondamentale nella scelta di abiti e accessori, ma anche di capelli e make up. Il suo scopo è quello di valorizzare la combinazione pelle-occhi-capelli, facendoci apparire subito più armoniose e raggianti.


Una seduta di Analisi del Colore è un’esperienza divertente e non invasiva. Si conclude con un omaggio della propria palette personalizzata. Non è un’analisi semplice: richiede tecnica, esperienza, materiali professionali (i drappi) e va fatta necessariamente dal vivo, con luce naturale, senza trucco né abbronzatura.

Prima di assegnare le Palette alle tipologie di persone, partiamo da un presupposto: il nome che viene dato a queste quattro categorie non c’entra con il vostro mese di nascita o con il guardaroba estivo o invernale. Semplicemente, esse si ispirano ai colori della natura nelle quattro fasi dell’anno in cui la luce solare è più calda (Primavera/Autunno) o più fredda (Inverno/Estate).

PRIMAVERA

armocromia torino

INCARNATO: caldo

VALORE: chiaro

INTENSITÀ: alta

Qui la parola d’ordine è intensità. È la palette dai colori forti, raggianti e luminosi. Volete spegnere il volto di una Primavera? Fatele indossare il grigio e il nero.

ESTATE

armocromia torino

SOTTOTONO:  freddo

VALORE: chiaro

INTENSITÀ: bassa

Siamo nella Palette più delicata di tutte. Le tonalità pastello, cipria e madreperla donano al viso armonia ed eleganza. Un colore particolarmente vivace per loro potrebbe essere troppo aggressivo, soprattutto nelle sfumature calde e aranciate.

AUTUNNO

armocromia torino

SOTTOTONO: caldo

VALORE: scuro

INTENSITÀ: bassa

Anche la Palette autunno è caratterizzata da intensità medio-bassa. Le tonalità dei boschi autunnali e i colori  delle spezie valorizzano questa palette illuminata da tutto ciò che sarà color oro e ramato (capelli compresi).

INVERNO

armocromia torino

SOTTOTONO: freddo

VALORE: scuro

INTENSITÀ: alta

È la stagione più diffusa, almeno dalle nostre parti, ed è l’unica Palette a contemplare il tanto amato nero. Brilla grazie all’argento, arancione e beige sono i suoi acerrimi nemici.

Cambiare il vostro approccio ai colori vi consentirà di migliorare il vostro guardaroba in ottica zerowaste.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

firma-di-matteo-untraditional-style-coach

Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach: come creare la tua capsule anti-sprechi

Ve l’ho anticipata su Instagram ed eccola qui: la rubrica che Alessandra Di Matteo Untraditional Style Coach terrà nelle prossime settimane per la nostra community. Con un obiettivo ben preciso: sfatare il mito che vuole gli amanti dello stile come inquinatori seriali.

Ciao a tutti/e,
mi chiamo Alessandra Di Matteo e sono una Untraditional Style Coach. Nel 2016 termino gli studi come Consulente di Immagine e in questi 4 anni ho compreso come quell’essere untraditional sia stata la naturale evoluzione non solo della mia professione, ma anche del mio stile di vita.

Il mio scopo nelle prossime settimane?
Aiutarvi ad ottenere un guardaroba completo, essenziale e senza tempo.
Lo so. Sembra impossibile, ma vi garantisco che si può!
Ottimizzazione delle risorse, scelte consapevoli e sostenibili: ecco ciò che impareremo.

Guardaroba capsula

Il Capsule Wardrobe è un guardaroba intelligente, capace di rispecchiare il vostro stile di vita, che vi permette di risparmiare spazio, tempo, risorse ambientali e denaro.

Avete presente la famosa frase Ed eccoci di nuovo con il solito problema: un armadio di vestiti e niente da mettermi? Non parliamo poi quando arriva il tanto temuto cambio di stagione. L’obiettivo sarà sempre quello: avere outfit per ogni occasione, senza possedere un numero eccessivo di vestiti.

La pratica.

Le 4 regole fondamentali per costruire un guardaroba capsula:

REGOLA N.1
Scoprire la nostra palette di riferimento, ovvero – dal punto di vista cromatico – quali sono i colori che valorizzano il nostro incarnato, ci permetterà di individuare i nostri neutri (nero, blu, grigio oppure marrone, beige, avorio). I colori più affini alle nostre tipologie cromatiche decreteranno la base del nostro guardaroba intorno a cui ruoterà tutto il resto.

capsule zerowaste untraditional style coach

REGOLA N. 2
Individuare la forma del nostro corpo.
Avete mai sentito parlare di body shape? Ogni corpo ha le sue proporzioni. Riconoscerle ci permetterà di scegliere il taglio di ogni capo adeguato al nostro corpo. Solo così ogni giacca, camicia, gonna e pantalone si abbineranno tra di loro senza alcuna difficoltà.

capsule zerowaste untraditional style coach

REGOLA N.3
Dividere il nostro armadio in base all’occasione d’uso dei nostri capi.
Facciamo un esempio: gli abiti da lavoro. La percentuale di spazio che occuperanno sarà direttamente proporzionale alla percentuale di tempo che dedichiamo a questa attività. Il 90% dell’armadio è dedicato all’ufficio? A voi le conclusioni 😉

capsule zerowaste untraditional style coach

REGOLA N.4
Costruire all’interno del nostro armadio più capsules.
Il tanto temuto cambio di stagione sarà rimpiazzato dalla funzionalità di avere già una capsule autunno/inverno e una capsule primavera/estate. Ricordate la regola numero 3?  Il segreto sarà costruire capsules per ogni occasione della nostra vita.

capsule zerowaste untraditional style coach

Questi suggerimenti sono validi anche per chi viaggia molto.
Una valigia intelligente avrà all’interno pochi abiti, interscambiabili tra loro, coerenti per colore, tessuto e stile.

Less is more
Non è mai una questione di quantità, ma di qualità e… idee chiare.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

firma-di-matteo-untraditional-style-coach

3 piccole cose #zerowaste che puoi fare oggi a costo zero

Attenzione.

Non vi spingerò mai a rinunciare ad assorbenti e pannoloni come se fossero il Male supremo.

Non vi dirò che la coppetta mestruale è d’obbligo e che sarà la panacea di ogni ciclo femminile o di ogni maledetta tassa che impongono alle nostre bellissime ovaie.

Non vi giudicherò per essere o non essere vegani o vegetariani.

Perché?

Perché non penso che possiamo cambiare il Mondo predicando lo zerowaste (ma sapete già che preferisco il termine lesswaste) come fosse un dogma o una religione, punendo e guardando dall’alto in basso i miscredenti. Non è giusto né costruttivo per nessuno.

Però di una cosa sono convinta.

L’attenzione e la semplice osservazione dei gesti quotidiani portano a ridurre sprechi di denaro e di risorse utili.

Quindi ecco 3 proposte di azione concreta, per cominciare pian piano e decidere se lo zerowaste faccia o meno per voi. Se la risposta è sì allora su questo blog troverete tanti spunti. Ma andiamo con ordine.

  1. Portate sempre nello zaino o in borsa una busta di stoffa. Vi sfido a verificare coi vostri occhi quante volte in una settimana la estrarrete alla domanda “le serve una borsa/busta?”. Spoiler: sono parecchi, dal panettiere al mercato allo shopping.
  2. Quando fate la spesa e siete di fronte ad un oggetto in plastica, provate a vedere se intorno a lui ce n’è uno uguale/simile in un altro materiale riciclabile. Ad esempio? I deodoranti per le ascelle in vetro o solidi, la frutta e la verdura sfusa nelle buste biodegradabili anziché preconfezionata nelle confezioni di plastica, i regali non materiali al posto delle solite creme corpo, gli elettrodomestici ricaricabili via cavo anziché a pile.
  3. Bevete acqua del rubinetto e portatela in borraccia al lavoro/scuola. Meno bottiglie di plastica da comprare e tenere nello sgabuzzino a ingombrare, qualche centinaio di € risparmiati l’anno per andare più spesso a cena fuori con il marito o la moglie 😉

Aspetto le vostre esperienze e i vostri consigli per me!