Cosa hanno in comune Daria Bignardi e Fabio Fazio? Di certo avrete visto almeno una volta i programmi televisivi che conducono: sono incentrati sulle interviste ai personaggi più disparati come politici, attori, giornalisti, scrittori, comici.
Ora, che voi vogliate condurre una trasmissione tv oppure dobbiate più semplicemente scrivere un’intervista per il vostro giornale, sito o blog, ecco qualche dritta su come preparare, costruire e sfornare una bella intervista.
PERCHÉ – Se avete scelto questa intervista da soli, conoscerete certamente la motivazione che vi spinge a farla. Se vi è stata assegnata e non vi è chiaro il perché fate domande. Approfondite con i vostri superiori, clienti, committenti. Cosa vogliamo ottenere dall’intervista? Perché proprio a questa persona o gruppo? Perché lui/lei e non altri esponenti del settore? Lasciare tutto questo al caso o all’intuizione equivale a partire già azzoppati.
CHI – Altra mossa furba è capire chi si avrà di fronte. Che l’intervista sia scritta, telefonica o di persona, è fondamentale una ricerca preliminare sul profilo in questione. Di solito io mi sforzo di andare oltre alle informazioni base: ad esempio mi chiedo cosa ha scritto negli ultimi mesi, di cosa si sta occupando. Quali novità lo hanno visto protagonista nella sua vita (anche personale)? A quali eventi ha partecipato, magari twittandone, e in compagnia di chi?
Anche se vi rendete conto di non condividere politiche, idee e azioni di chi avrete di fronte, cercate di mettere da parte sentimenti personali e pregiudizi. L’empatia – altrimenti detto mettersi quanto più possibile nei panni dell’altro – aiuta moltissimo ad evitare gaffes, andare dritti al punto, non perdere tempo e non farlo perdere agli altri.
COSA E QUANTO – Una volta avuti chiari questi primi punti, potete partire con la costruzione. Stabilite con precisione data, luogo e orario e comunicate anche la durata prevista dell’intervista (gesto sempre apprezzato, specie se vi tenete sulla mezz’ora e rispettate poi i tempi).
In questo paragrafo va affrontata anche l’annosa “questione delle domande concordate”: in alcuni casi capita di sentirsi richiedere le tracce in anticipo e ci si può trovare spiazzati. Il mio post/articolo somiglierà ad un triste comunicato stampa? Perché non posso chiedere ciò che avevo in mente? Beh sappiate che non siete i soli a pensare tutto questo: ciascuno trova le proprie risposte a queste domande, dal canto mio posso dirvi che ho scelto di non comunicare mai in anticipo i dettagli delle interviste che faccio.
Tornando al nocciolo della questione, più che un rigido elenco di domande studiate un percorso da fare con il vostro intervistato. Immaginate una passeggiata in montagna: voi sarete la guida lungo il sentiero – con cartina, punto di partenza e di arrivo bene in testa – ma lui/lei sarà libero/a di fermarsi a fare qualche foto, se i tempi lo consentono.
COME – Mantenere una scaletta flessibile vi consente di divertirvi e di non annoiare.
Fate poche domande – quelle giuste – e prestate attenzione al linguaggio, considerando età e background dell’intervistato.
Ah, e sapete qual è il top? Non avere alcuna domanda. Sì esatto avete letto bene. Sono convinta che le migliori interviste non siano fatte di botta e risposta ma di spunti intelligenti di discussione e dibattiti che arricchiscono tutti gli interlocutori.
Bene, e adesso?
Siete seduti in un ufficio con un caffè di fronte, il vostro registratore sul tavolo e un po’ di inquietudine addosso, stile Anastasia Steele in 50 Sfumature?
Sorridete e rilassatevi. Che stiate aspettando un cantante rock o il sindaco della città, una persona naturale e interessata a sapere di più su chi ha di fronte mette chiunque a proprio agio e fa sempre buona impressione.
Non temete di essere giudicati: in fondo siete voi a condurre il gioco, e dall’altra parte questo potrebbe essere visto con lo stesso timore che state provando voi.
In bocca al lupo e buon lavoro!