Guardaroba zerowaste con Untraditional Style Coach: come creare la tua capsule anti-sprechi

Ve l’ho anticipata su Instagram ed eccola qui: la rubrica che Alessandra Di Matteo Untraditional Style Coach terrà nelle prossime settimane per la nostra community. Con un obiettivo ben preciso: sfatare il mito che vuole gli amanti dello stile come inquinatori seriali.

Ciao a tutti/e,
mi chiamo Alessandra Di Matteo e sono una Untraditional Style Coach. Nel 2016 termino gli studi come Consulente di Immagine e in questi 4 anni ho compreso come quell’essere untraditional sia stata la naturale evoluzione non solo della mia professione, ma anche del mio stile di vita.

Il mio scopo nelle prossime settimane?
Aiutarvi ad ottenere un guardaroba completo, essenziale e senza tempo.
Lo so. Sembra impossibile, ma vi garantisco che si può!
Ottimizzazione delle risorse, scelte consapevoli e sostenibili: ecco ciò che impareremo.

Guardaroba capsula

Il Capsule Wardrobe è un guardaroba intelligente, capace di rispecchiare il vostro stile di vita, che vi permette di risparmiare spazio, tempo, risorse ambientali e denaro.

Avete presente la famosa frase Ed eccoci di nuovo con il solito problema: un armadio di vestiti e niente da mettermi? Non parliamo poi quando arriva il tanto temuto cambio di stagione. L’obiettivo sarà sempre quello: avere outfit per ogni occasione, senza possedere un numero eccessivo di vestiti.

La pratica.

Le 4 regole fondamentali per costruire un guardaroba capsula:

REGOLA N.1
Scoprire la nostra palette di riferimento, ovvero – dal punto di vista cromatico – quali sono i colori che valorizzano il nostro incarnato, ci permetterà di individuare i nostri neutri (nero, blu, grigio oppure marrone, beige, avorio). I colori più affini alle nostre tipologie cromatiche decreteranno la base del nostro guardaroba intorno a cui ruoterà tutto il resto.

capsule zerowaste untraditional style coach

REGOLA N. 2
Individuare la forma del nostro corpo.
Avete mai sentito parlare di body shape? Ogni corpo ha le sue proporzioni. Riconoscerle ci permetterà di scegliere il taglio di ogni capo adeguato al nostro corpo. Solo così ogni giacca, camicia, gonna e pantalone si abbineranno tra di loro senza alcuna difficoltà.

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REGOLA N.3
Dividere il nostro armadio in base all’occasione d’uso dei nostri capi.
Facciamo un esempio: gli abiti da lavoro. La percentuale di spazio che occuperanno sarà direttamente proporzionale alla percentuale di tempo che dedichiamo a questa attività. Il 90% dell’armadio è dedicato all’ufficio? A voi le conclusioni 😉

capsule zerowaste untraditional style coach

REGOLA N.4
Costruire all’interno del nostro armadio più capsules.
Il tanto temuto cambio di stagione sarà rimpiazzato dalla funzionalità di avere già una capsule autunno/inverno e una capsule primavera/estate. Ricordate la regola numero 3?  Il segreto sarà costruire capsules per ogni occasione della nostra vita.

capsule zerowaste untraditional style coach

Questi suggerimenti sono validi anche per chi viaggia molto.
Una valigia intelligente avrà all’interno pochi abiti, interscambiabili tra loro, coerenti per colore, tessuto e stile.

Less is more
Non è mai una questione di quantità, ma di qualità e… idee chiare.

Il vento soffia forte? E tu impara a volare!

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Un’estate robotica ad Alessandria

Qualche tempo fa, lavorando come ogni lunedì alla brand page LinkedIn di un cliente, ho scoperto una cosa interessante.

È l’hashtag #stopwhining (#bastalamentarsi) ed è stato promosso dalla millenial 25enne Marta Basso. Ho pensato caspita queste nuove leve sono davvero speranza per il nostro Paese al di là della retorica che buttiamo lì di tanto in tanto per sentirci meglio.

Poi ho scoperto Valeria Cagnina.

Classe 2001 (improvvisamente sento un reumatismo alla spalla), appassionata di robotica, tutt’altro che bambocciona: hanno parlato dei suoi progetti tech su Ansa, in Rai e al MIT. Ebbene questo fior fior di diciassettenne per l’estate 2018 ha un programma che è tutto un programma: si chiama Vivi la tua estate – Robotica e non solo ed è un campus estivo pensato per coinvolgere bambini/e e ragazzi/e di Alessandria e portarli a sperimentare la tecnologia.

Perché chi l’ha detto che non ci si possa divertire costruendo un robot e scoprendo la scienza, senza rinunciare alla piscina, ai giochi all’aperto e alle notti in tenda con gli amici?

Quando: dal 24 al 29 giugno 2018 per ragazzi di età compresa tra 5 e 10 anni, dall’ 8 al 13 luglio 2018 per un’età compresa tra 11 e 15 anni
Dove: Alessandria, frazione S. Michele (vicino al casello di AL – Ovest), Via Isoletta 5
Costo: 340 €

Now-to – 5 siti con immagini per i vostri social network

immagini free social media torinoRegola n.1. Contenuto di qualità (ne riparleremo nei prossimi post, tranquilli ;-)). Regola n.2 immagini belle, accattivanti, coerenti. E possibilmente libere da copyright o diritti. Non vorrete imitare il clamoroso errore fatto da Fratelli d’Italia con la foto di Oliviero Toscani nel “caso no adozioni gay” (I ragazzi l’hanno usata perché non aveva il copyright indicato e pertanto considerata di pubblico dominio) vero?

Bene, allora questo post fa per voi.

Morto un Fotopedia se ne fa un altro. Anzi 5: per voi un elenco breve, indolore e dritto ai centri nevralgici dei vostri canali social.

– Getty Images: ha l’apposita opzione RF Royalty-Free ed è facile da navigare.

flickr immagini free social media torino– Flickr: questo database contiene moltissime belle foto ma dovete usare il tasto “richiedi licenza” per poterle riutilizzare. Esistono informazioni sulla licenza (vedi immagine a sinistra) che vi consentono di velocizzare il procedimento ricercando immagini in CC modificabili o utilizzabili a scopo commerciale.

– Google Advanced Image Search: per me il migliore quanto a varietà delle fonti (naturalmente grazie al vastissimo database Google). Tuttavia, non date per scontata la possibilità di utilizzare effettivamente come vi pare quella data foto: è buona prassi verificare sempre la fonte 😉

– Commons Wikimedia: un database con milioni di immagini. Ovvio, essendo i file caricati su Commons devono rispettare alcune regole che potete leggere qui.

– Deposit Photos: come vedete già in hp si tratta di immagini royalty-free. Il sito funziona con un meccanismo di crediti, una sorta di “moneta” con la quale potrete acquistare poi le immagini.

Sondaggiamo: quello che pensi a me importa :-)

I want you torino social mediaSono in vacanza in Sicilia come sapete (date un’occhiata a Facebook ;-)) e stavo pensando agli argomenti per i prossimi post.

Poi ho realizzato: perché non farli decidere a voi che mi leggete?

Quindi ecco il domandone, rullo di tamburi…

[polldaddy poll=8214698]

Galateo della scrittura sui social network, caso #3 – Il baccaglio (e gli esseri molesti) ai tempi del socialmedia

dubbio torino socialmediaCiao… Sei la fidanzata di Chef Rubio?? 🙁 Beata te!!
ma anche
Fico quindi tu conosci Chef Rubio. Presentamelo! Che bbbbbono.

Ricevuto da: utenti sconosciute (donne) su Facebook, dopo la pubblicazione di questo post qui.
Pronto? Sì, buongiorno vorrei segnalare alle autorità un gruppo di donne dall’ormone impazzito. Sì sì, credo siano un pericolo per la pubblica incolumità. Come scusi? Se ogni blogger che intervista qualcuno diventa in automatico la sua fidanzata? Occavolo. OCCAVOLO. Scappo mi scusi, devo scrivere una email a Lenny Kravitz per proporgli SUBITO un’intervista. Clic.

Ciao,
mi rendo conto che questo canale non è il più adatto ma vorrei ugualmente inviare una richiesta.
Sono arrivato ad una fase della mia vita nella quale vorrei trovare l’anima gemella, la donna che mi completa e con cui costruire un legame duraturo.

Ricevuto da: utente inglese su LinkedIn.
Giuro non è una bufala. Ho Lui come testimone.
So che ve lo state chiedendo quindi disseto la vostra curiosità: no, non era così brutto perciò non si spiega come mai scrivesse a sconosciute sul canale meno appropriato del Mondo.
Gli auguro comunque di aver trovato moglie. Magari lavora nella sua stessa azienda, pensa che ottimizzazione dei flussi.

Ciao, mi segui? Ho tanti followers!

Ricevuto da: utenti conosciuti (uomini) su Twitter. Sopracciglio alzato e defollow senza rimpianti.
Ecco la novità: numero di followers is the new ce l’ho lungo.

Poi dicono che ai geek non succede mai niente di divertente.

EmilyEmme: una ne sa e cento ne cuce

emilyemme torinoAlla fine mi piace chiamare le cose con il proprio nome: scrivi pure che faccio la sarta.
Comincia così la mia prima intervista per il blog. Voglio andare a conoscere da vicino realtà che ho scoperto sui social e che, sono sicura, hanno tanto da dire anche di persona.

Lei si chiama EmilyEmme ed è un’ottima sarta che fa con passione il proprio lavoro, una trentenne o giù di lì, simpatica, schietta e incinta di 4 mesi. Cominciamo subito, quindi, con la concretezza: ma a fare i sarti in questo clima di crisi, si guadagna abbastanza? Beh non si diventa milionari però sì, il mercato c’è. Tant’è vero che a Torino sono in attività altre realtà come la mia: il MAT ne riunisce circa 30. E che cos’è il MAT? Moda d’Autore Torino, un’associazione senza scopo di lucro che raggruppa artisti e artigiani torinesi nel settore della moda in abbigliamento, borse, gioielli. Questa città è splendida, piena di personalità, originalità e carattere, ma abbiamo costituito il MAT per uscire da un certo provincialismo e farci conoscere nel resto d’Italia, nel Mondo.

Però io sono curiosa: voglio stoffa, più stoffa. E fili, e bottoni. Dai, allora facciamo questa prova, mi dice Emily con sguardo di sfida. Sfoderata la sua bellissima scatola di bottoni, ne sceglie una manciata e me li mette davanti. Vediamo se sai dirmi quali tra questi sono in madreperla e quali invece in plastica. Eccallà, lo sapevo. Figuraccia clamorosa vieni a me. I bottoni sono il gioiello della sartoria – mi spiega Emily – Per esempio ecco, mettere a un vecchio capo un bottone prezioso gli cambia faccia da così a così. Ottima idea, penso tra me e me: da provare.

emilyemme torinoMa proseguiamo: come sono i clienti? E i costi? Perché già mi immagino il portafogli di una certa 27enne inorridire. Noi sarti rappresentiamo una logica creativa ma slegata dalla moda del momento, dall’usa e getta: mi piace definirmi “l’altra faccia della globalizzazione”. Non propongo mai prezzi esorbitanti e non amo chi fa il furbo: perché dovrei nasconderti che non ho usato tutto il tessuto per farti quel vestito? Piuttosto ti propongo di portartelo a casa con uno sconto, oppure pensiamo insieme a una bella stola.

Ok, sono convinta, ma mi serve sapere un’ultima cosa: come vede il futuro questa giovane sarta? Con il MAT stiamo organizzando una sorta di Settimana della Moda torinese, una 3 giorni a settembre. Torino è per puristi, andrà alla grande ne sono certa. Mi piacerebbe poi riproporre i corsi che ho tenuto lo scorso anno: cucire a mano e a macchina, imparare a riconoscere i diversi tessuti. Insomma voglio dare alle persone la possibilità di capire il mio mondo, di avvicinarsi e sperimentare.

A proposito, ma voi lo riconoscete un sintetico dalla seta? Perché la vera sfida, nella moda come nella vita, non è tanto rinunciare al piattume di massa quanto saper riconoscere la qualità nei dettagli.

EmilyEmme, descriviti con un termine social: motore di ricerca continua.

C’è anche Torino alla Social Media Week 2013

social media week blog

È cominciata ieri a Milano la nuova edizione della Social Media Week targata Italia, e noi non potevamo mancare.

Eccovi serviti i torinesi che esporteranno un pò di sana e robusta nerdezza sabauda. Li conoscete? Li followate?

La rassegna si chiude venerdì 22, con “Social Media: 5 trend per il 2013”, che vedrà protagonisti, tra gli altri, Adele Savarese di Ninja Marketing,  Alex Giordano di Ninja Marketing e Viral Beat, e Gaia Berruto di Wired. Modera Gianluca Neri di Macchianera.

Per seguire passo passo l’evento, oltre a Twitter vi consiglio Pinterest: Sebastian aka Beaver ha pubblicato un’interessante infografica.

A Settembre 2013 sono previsti altri appuntamenti legati alle Social Media Week nel Mondo: speriamo che Torino, come lo scorso anno, torni protagonista. Sarà che sò de parte, ma vedo intorno a me tante realtà che devono ancora essere raccontate. Nel frattempo, seguite gli aggiornamenti nostrani sulla pagina Facebook della SMW Torino.

Buone forchette a Torino: Gnammo

gnammoQuesto blog nasce con inevitabile vocazione social, quindi su Facebook vi ho chiesto di quale argomento avreste voluto leggere. Non si dica che Torino è soltanto automobile, tamarri e nebbia: avete scelto subito il tema del food.
Da oggi comincio con voi un viaggio culinario nella Torino che non ti aspetti, quella che ce piasce de magnà e guai toglierci le tradizioni enogastronomiche, i vini d’eccellenza, i dolci. Sempre piemunteis way.

Per scrivere questo post ho cercato ispirazione in uno di quei manuali di cucina che tutti abbiamo in casa. Ce li avete presente, quelli che ti regala la zia di quinto grado che credevi già morta, la mamma della sorella della cugina della collega di tua mamma che ti ha incontrata una volta al mercato di Corso Racconigi, la professoressa del liceo che ha saputo del tuo matrimonio?
Proprio quelli.
Subito riscuotono tanti uuh aaah oooh per le foto appetitose, e poi passano la vecchiaia intonsi, sistemati nella libreria del salotto, con tanti saluti a Benedetta Parodi.
Sfogliando questi libri ho pensato che in fondo tutti cercano di insegnarci qualcosa. Ci dicono che devi fare così poi aggiungere quell’ingrediente segreto là e alla fine ecco il risultato: soufflè bernese al doppio ripieno e triplo carpiato.
Così ho pensato che oggi vorrei parlarvi di food un pò diverso. Lontano dal tuorlo marinato di Cracco e dagli antichi fasti del Cambio, si sono sviluppate in questi anni tante realtà innovative: una di queste è Gnammo. Una startup (in realtà ha già startato da un pò con successo, grazie a quei genietti di Treatabit) che anziché dirti come si fa propone noi ti diamo una mano a realizzarlo: il sito consente agli iscritti di cucinare e tenere eventi nella propria casa o in una location (Cuochi) oppure partecipare e mangiare agli eventi dei Cuochi in tante città italiane (Gnammer).

gnammo 3Ho scoperto Gnammo e il suo co-fondatore Gian Luca Ranno su Facebook, dopo aver ricevuto qualche gustosa newsletter informativa su LinkedIn. La fanpage conta già 3.600 fans e per curiosità ho mipiaciato, registrandomi poi sul sito.
Si sa che ogni blogger degno di rispetto deve testare con mano, quindi mi sacrificherò con estremo dolore 🙂 ho già prenotato per uno degli eventi e presto sarò a tutti gli effetti una Gnammer.
Stay tuned, vi aggiornerò live su Twitter. Per chi volesse fare come me, ecco i prossimi eventi. Prezzi fuori dalla mia portata per alcuni, ma fattibili nel caso di altri.

Se è vero che siamo ciò che mangiamo, questa serie di post dedicati al cibo e al vino am pias propi tant.
Vi darò conto della mia esperienza, intanto ditemi se avete già provato Gnammo e cosa mi consigliate!