5 piole a Torino

Piole a TorinoSarà il fascino vintage sarà che le mode sono corsi e ricorsi storici, sociali, culturali, fatto sta che le piole tornano a battersi con onore nella sfida con cocktail bar e ristoranti etnici.
Un tempo questi locali erano strani animali poliedrici: ci potevi mangiare – certo – ma anche bere un buon bicchiere di vino rosso con un amico, suonare, cantare. Nelle piole sabaude di tutto il Piemonte si sono rinsaldate amicizie e sono stati forgiati piatti dall’anima eterna come tumìn (tomino, piccolo formaggio morbido), pan e anciùe (pane e acciughe) e la storica bùrgu (gorgonzola), il brus (formaggio fermentato che assume un gusto molto intenso) e la sòma d’aj (sorta di bruschetta con sopra sfregato l’aglio).
Qui nascono le merende sinoire con musica, concetto che sarebbe poi diventato aperitivo e apericena. Qui lo stile informale e i modi un po’ rudi dei vecchi frequentatori hanno valso il nome di piulase (piolacce).
Oggi, di piole si torna a parlare su siti, blog e guide. Per tornare al dialetto e all’ambiente famigliare senza cravatte né iPad. Per rilassarsi, mangiar due cose e chiacchierare una serata intera.
Buon appetito!

✓ Piola di San Salvario – Via Saluzzo 42. Ottimo lo stinco con patate, meno l’antipasto con tortino di melanzane e pomodori. I primi gustosi. Come dolce ho scelto la crema chantilly, che era squisita. Prezzi non popolarissimi.

✓ Da Cianci – Largo IV Marzo 9. Location splendida! Visti i prezzi (bassi) e il clima, è adatto ai giovani che vogliono concedersi una cena tradizionale.

✓ Piola Da Celso – Via Verzuolo 40. Da non perdere la carne, sia essa bollito, brasato o semplici salumi. In generale una delle piole più note a Torino.

✓ Caffè e vini Emilio Ranzini – Via Porta Palatina 9. Secondo I Cento di Torino questa è la piola del cuore, quella vera e verace come non mai sia per gli interni sia per il cibo: acciughe al verde, robiole, tome, prosciutti, giardiniera, zucchine in carpione e vitello tonnato, tra i tanti.

✓ Il Torchio – Via Rocciamelone 7. Lontano dai soliti percorsi cool, perché si trova in zona Campidoglio. Bella ambientazione.

Foodblogger a Torino: twintervista a @Cucineconvista

Un’ora, due blogger, molto cibo e qualche consiglio su dove mangiare o fare la spesa 🙂

@SocialTorino Cominciamo la #twintervista! Benvenuta @Cucineconvista, foodblogger torinese. Chi sei e cosa fai di bello nella vita off-blog?

@Cucineconvista Buongiorno! Mi occupo di marketing e per passione fotografo e giro mercati. Ho 3 splendidi gatti.

@SocialTorino Tra poco una bella domanda tosta come il torrone. Nel frattempo quali mercati di Torino consiglieresti?

@Cucineconvista Il classico coperto di Porta Pila e poi quello in Piazza Benefica nel quartiere più torinese di tutti: il Cit Turin.

@SocialTorino La domandona tosta: entriamo subito nel food! Qual è la ricetta torinese che più ti rappresenta?

@Cucineconvista Senza dubbio il bonet: sembra un budino ma c’è tanto di più e lo scopri solo ( o già) alla prima cucchiaiata.

@SocialTorino Asciugata l’acquolina 😉 Come nasce la voglia di aprire un foodblog?

@Cucineconvista Nasce inizialmente come blog di recensioni:  ero entusiasta del fermento che pervadeva la ristorazione torinese.

@SocialTorino Condivido! Di recente ci ho scritto proprio qui. Qual è il tuo posto da consigliare a chi legge?

@Cucineconvista Il mio posto è Kidoism: fusion che mixa cucina piemontese e giapponese, con un tocco iberico. Manca solo la stella Michelin!

@SocialTorino Lo proverò, grazie della dritta. A proposito di food e blog, quali sono invece le tue ricette top, i “cavalli di battaglia”?

@Cucineconvista Secondo i miei lettori sono i capunet, la mia ricetta più letta!

@SocialTorino Ultime battute di questa #twintervista: cosa bolle in pentola per i prossimi post sul tuo blog? 😉

@Cucineconvista Mi sto dedicando al fusion: non sono tra Italia e cucine estere ma anche tra Nord e Sud. E poi, spero, viaggi.

@SocialTorino Time is running out! Grazie a @Cucineconvista e buona fortuna per i tuoi prossimi viaggi.

7 scoperte da provare (e mangiare) a Torino

Ristoranti a TorinoDi solito questo blog è popolare, pop, scappato di casa: scegliete voi il termine che preferite. Questa volta, però, voglio dare spazio al cibo (ormai lo sapete che è una mia grande passione) in versione deluxe. Quella dei ristoranti, quella della ricerca e della ricercatezza, quella dei grandi chef che sono il vanto di tutto il Paese nel Mondo.
Per esempio, ho scoperto (e non sapevo che):

✔ Giapponese nella nostra città non è solo sinonimo di teriyaki e sashimi

✔ Abbiamo un patrimonio enogastronomico che sempre di più suggerisce uno spontaneo ciao ciao “Torino piccola Parigi” vah

✔ Nonostante tutto sappiamo risparmiare. Vedasi alle voci low-cost, piole e trattorie, hamburger di livello

✔ A Torino non abbiamo il mare ma che cce frega che cce ‘mporta: proprio come il calabrone – inconsapevole del proprio peso – vola e basta noi il mare ce lo portiamo in casa con un’alzata di spalle

✔ In città c’è un cortile di condominio trasformato in ristorante. Perché in fondo non siamo così seri e inquadrati come ci dipingono 😉

Le ricette imperfette – Moelleux au chocolat

ricette food torinoIn un pigro pomeriggio di vacanza io e il mio fidanzato abbiamo deciso di preparare un dolce che ci è caro e che ricorda il legame del nostro territorio con la vicina Francia. Parlo del moelleux au chocolat ovvero, in italiano, soffice al cioccolato.

Il dolce è facile da preparare e ha una goduriosa consistenza morbida al centro. Se sbagliate cottura non preoccupatevi: potrete sempre dire Ho preparato una buonissima torta al cioccolato 😉 Se no che ricetta imperfetta sarebbe?

Per dare un’occhiata al nostro risultato finale andate su Instagram: ho postato qui la foto.

Ingredienti

  • 100 g di farina
  • 50 g di burro
  • 100 g di zucchero
  • 200 g di cioccolato fondente
  • 4 uova
  • mezza bustina di lievito

Preriscaldare il forno a 200°.

Sciogliere a bagnomaria, in un pentolino, burro e cioccolato. Mescolare i tuorli con lo zucchero e la farina, poi aggiungere il lievito. Incorporare il tutto al composto di cioccolato e burro. Montare gli albumi e incorporare anch’essi.

Versare in uno stampo ricoperto di carta da forno e cuocere per circa 30 minuti a 200°, poi abbassare la temperatura a 180°. Per verificare il grado di cottura e di morbidezza del moelleux usate uno stuzzicadenti: se una volta estratto dal dolce risulta umido (ma non bagnato) al centro, la torta è pronta.

Decorate come vi pare e mangiate. La torta può essere servita intera oppure già divisa in quadrotti, comodi da conservare in frigorifero e consumare nei giorni successivi, magari a colazione.

Cosa fare a Capodanno a Torino? 5 idee.

capodanno 2015 a torinoAnche quest’anno, più o meno a metà Novembre, vi siete lanciati nella solita impresa che si rivela puntualmente fallimentare?
Certo che l’avete fatto, io lo so.
Anche quest’anno avete posto la domanda Tu che fai a Capodanno? ricevendo nell’ordine: occhiatacce scure, alzate di spalle, attacchi di ridarola che sfiorano la sincope, vasi lanciati contro il muro e minacce di morte violenta.
Se siete messi maluccio e ad oggi ancora non avete idee, qui qualcosa che potrebbe esservi utile.

E comunque vada… BUON INIZIO DI 2015!!

Il Salone del Gusto e la Torino che si lecca i baffi

Il torinese e più in generale chi nasce in Piemonte ha con il cibo un rapporto particolare, strano, ambivalente.
Da una parte lo amiamo e lo vogliamo subito, ghiotti. Dall’altra non lo sprechiamo e amiamo conservarlo. Dalle marmellate, anche quelle per i formaggi come la cugnà o quella di cipolle, alle conserve di pomodoro alla famosissima-anzi-no-di-più crema cioccolato e nocciole altresì detta Nutella, ciò che sta in barattolo ci solletica il palato. Frutta, dolci, salse: tutto ci piace, e se è conservabile tranquillamente in cantina ancora meglio. Mai sprecare, mai esagerare.
Dall’altra parte però c’è il lato goloso. Quello godereccio che ci spinge ad andare più volentieri alle cene se sappiamo che si beve bene o, meglio ancora, se ci abbinano al piatto un vino particolare. Quello che ci fa guadagnare a piene mani il titolo di regione del Vermouth, degli aperitivi, dei tramezzini, dei cioccolato, del Martini, del cardo gobbo.
Di Eataly e di Slow Food, ma anche del Mac Bun.

E poi c’è l’immancabile tendenza all’esplorazione. L’abbinamento viaggio+scoperta di luoghi, che delizia gli occhi, l’anima e il palato.
È la voglia che ci fa partecipare agli appuntamenti come il Salone del Gusto e Terra Madre, ché cascasse il Mondo dobbiamo andare a vedere lo street food e poi assaggiare il passito di Pantelleria e però anche testare lo yogurt con la cenere.
Fiera del Peperone di Carmagnola, quella del Tartufo, Cheese, Festival delle Sagre, Douja d’Or. E poi degustazioni di vini, visite alle cantine, aperitivi. Ogni scusa è buona per mangiare (e bere) bene, ma portateci anche in girula e saremo vostri per sempre.
Fateci fare le foto alle nostre meravigliose poetiche Langhe, patrimonio dell’umanità Unesco ché comunque noi lo sapevamo anche prima che finisse sotto i riflettori del Mondo intero. Fateci provare il cibo etnico e raccontateci di universi lontani che adesso sentiamo più vicini. Accompagnateci a visitare le fabbriche che producono le Pastiglie Leone e raccontateci la storia di ingredienti che hanno il gusto dell’Africa lontana.

Complicati, sì: questi sabaudi sono proprio tutta una papilla gustativa.

Buoni propositi per il ritorno dalle vacanze – Corsi vari a Torino

corsi workshop torino social mediaSettembre, quasi più di Dicembre, è il mese dei buoni propositi per il nuovo anno in arrivo.
Mi iscrivo qui, faccio questo, quest’autunno devo assolutamente ripromettermi di…

…imparare a ballare!

La Paranza del Geco, da lunedì 29 settembre a sabato 4 ottobre, terrà le sue lezioni di prova gratuite per scoprire i corsi 2014/2015.
Evento Facebook con dettagli QUI.

E poi ci sono anche
Rock ‘n Roll e Jive
Charleston
Tip tap

…migliorare la mia scrittura e magari terminare quel romanzo che ho nel cassetto!

Zandegù, casa editrice torinese molto svicia, propone corsi di diversi tipi, incentrati sulla scrittura e la narrazione: eccoli QUI.

…riscoprire il mio lato sensuale!

Ho scoperto di recente Honky Tonk e le sue iniziative a tema burlesque 😉

…andare in palestra e fare sport!

L’immancabile sicurezza: CUS Torino. C’è anche il Mese dello Sport: info QUI.

…cucinare, di più e meglio!

Poteva non essere lui, il solo e unico Eataly? Corsi di cucina ma anche di degustazione.

Review – Pranzo da #MY! EcoSmartFood

torino social media food recensioniC’è un posticino che se vi trovate vicino al Rossini avrete già notato: è il #MY! EcoSmartFood. Verde scuro talmente verde scuro che sembra una sede della Lega ma non è 🙂  mi ha vista a pranzo un tranquillo martedì di giugno in compagnia di un’amica.

Appena seduta riflettevo sul fatto che spesso in pausa pranzo si va in posti infami, dove al triste panino che ti saluta dalla stessa postazione tutti i giorni della settimana lavorativa fa da contraltare, in versione wow trattiamoci bene, una pasta surgelata, sbustata e riscaldata per l’insipida occasione. Qui no: qui si torna al trend molto in voga di questi tempi ovvero cibo fast sviciu lontano dai tradizionali ristorantoni ma al tempo stesso attento a materie prime km 0 e di qualità.

Abbiamo ordinato come antipasto gnocco fritto con salsine e poi un bel panino farcito: bresaola, caprino, sale e olio per me, crudo, stracchino, crema di funghi, rucola, aceto balsamico di Modena per la mia accompagnatrice. Se invece non siete in vena di leggero ma di sostanza, provate la pasta fresca fatta in casa anzi proprio lì dietro alla grande finestra che sta accanto al bancone: tagliatelle, caserecce siciliane, maccheroni e chi più ne impasti più ne spadelli.
Per tutto il resto ci sono buoni dolci (noi abbiamo assaggiato la crema regina al caffè) e, volendo tornare, un apericena bello sostanzioso a 10 €. Per la serie saremo anche ecosmartyeah ma coi prezzi non si scherza e col food nemmeno.
A proposito, lo sapevate che si dice IL gnocco e non LO gnocco?

A condire il tutto, servizio cortese e birre piemontesi provenienti da Nizza Monferrato. #MY! EcoSmartFood è in Corso Regina 80 ed è perfetto anche per i vegani e vegetariani.

Le ricette imperfette – How-to: come fare il pane in casa (con la macchina)

pane how to social media torino ricetteHo cominciato a panificare quando sono andata a vivere da sola e devo dire mi si è aperto un Mondo.

Perché scartocciare il pane dal sacchetto del panettiere e mangiarselo – magari con un bel po’ di Nutella sopra – è un conto, ma ciò che viene prima per la maggior parte di noi è avvolto nel mistero, in quelle ore notturne nelle quali tiri tardi e senti il profumo provenire dal negozio del panettiere vicino casa.
Ecco, quel profumino invitante adesso si sentirà anche dalla vostra cucina, siete pronti? Non è difficile!

Ingredienti

320 ml di acqua
1 cucchiaio di olio (io ce ne metto anche due, per farlo un po’ più ciccio e buono ;-))
1 cucchiaio di sale
1 cucchiaio di zucchero
600 grammi di farina 00, 0 oppure 1
1 bustina di lievito per pane (occhio, quello per dolci NON va bene)

Unire nell’apposita vaschetta gli ingredienti sopra elencati e azionare la macchina. La mia impiega 3 ore e 30 minuti in tutto.

Consigli utili e trucchi provati da me

Attenzione: è importante che mettiate gli ingredienti nella vaschetta della macchina uno dopo l’altro proprio nell’ordine che vi ho fornito. Perché vi chiederete voi? Beh perché la parte solida, ovvero le farine, il sale, lo zucchero, eventuali altri ingredienti (ad esempio noci oppure olive) e lo lievito non devono entrare subito in contatto con la parte liquida, composta dall’acqua e dall’olio.

Poi le dosi. Devono essere molto precise, perciò vi consiglio di pesare tutto. Se vi scappano 10 ml in più di acqua dovrete conteggiare 610 grammi di farina, dopodiché non vi resterà che regolarvi a occhio, a seconda della consistenza dell’impasto: se è troppo acquoso e molle aggiungete farina, viceversa invece ammorbidite con un po’ di acqua.

Qual è la difficoltà maggiore?
All’inizio io facevo un pane compatto e dalla crosta dura, che non mi soddisfaceva per niente.
Poi ho capito: gli elementi più ostici su cui bisogna prendere la mano sono lievito e farina. Lo lievito è la chiave per un pane morbido, con la giusta alveolatura. La farina deve essere di qualità perché è la base di partenza. La 00 è la più facile da reperire (e la più economica), per la 1 dovete fare qualche ricerca ma pare sia migliore. Nella mia esperienza posso dire che, a risultato finito, le due tipologie si equivalgono.

Altra domanda che mi hanno fatto: a cosa serve lo zucchero? E se poi il pane mi diventa dolce?
Lo zucchero è indispensabile per attivare lo lievito, quindi mettete tranquilli il vostro misurino e niente paura il vostro pane risulterà salato.

Questo è tutto, ora non vi resta che provare e magari postare le foto dei vostri bei pani sulla fanpage Facebook del blog 😉

10 fanpage Facebook che vi piacerà seguire

Io Ti Maledico – Perché per ogni frase cattivissima (e divertente) che pubblicano io conosco la persona giusta alla quale dedicarla, e sono sicura che ne avete una in mente anche voi 😀

boredpanda social media torinoBored Panda – Arte in grado di divertirmi, stupirmi, farmi esclamare oooh wow!

Dirtgirlworld – Soluzioni per il fai-da-te o DIY, belle foto curiose.

Social Media Epic Fails – In un contesto lavorativo dove ci piace prendere molto sul serio il nostro lavoro, è fondamentale un contraltare scanzonato che mostri gli errori più divertenti dei socialmediacosi. Per ricordarci che in fondo non salviamo vite umane, schiacciamo solo pulsanti col mouse.

Upworthy – Si parla spesso di diritti umani, di donne, di omosessualità, di pace: qui video a volontà proprio su questi temi. Mi colpisce il tono emozionale e riescono a catturarmi con post Facebook ben scritti.

Food52 food52 food social media torino– Due sole parole: bellissime foto + tema food.

Spinoza – Per la satira, se volete ridere fate pure ce n’è per tutti i gusti e le fazioni politiche.

Roberto Saviano – Non tanto per lui, che stimo come persona e come scrittore, ma perché leggere i commenti, gli insulti stupidi, le cattiverie invidiose mi ricorda che tipo di persona, anzi di cittadina italiana, NON voglio essere.

clio makeup social media torinoClio Makeup – Noi ragazze facciamo finta di essere professioniste serie in carriera ma poi adoriamo i suoi gatti, i momenti divertenti nei quali si impappina, i colori dei trucchi 😉 Presto scriverò a proposito del suo stile di comunicazione qui.

Freelancers Union – Risorse utili per chi come me lavora da freelance.